Parte il progetto "Rocche di Romagna" con la benedizione della Regione
Si scrive “Rocche di Romagna”, si legge alleanza fra cinque Comuni per la promozione turistica. L’accordo, benedetto dalla Regione, è sottoscritto da: Bertinoro, Castrocaro, Forlimpopoli, Meldola e Predappio. Il fil rouge sono le rocche, diventate il brand di questa unione. Ma i territori hanno anche altri molti elementi che li uniscono: enogastronomia, paesaggi suggestivi, percorsi nella natura con itinerari studiati ad hoc, borghi caratteristici, sorgenti termali e un calendario di eventi. Tutti elementi graditi a chi ama la scelta slow, forma di turismo sempre più gettonato.
Il turismo non si fa più da soli. E’ questa la filosofia alla base dell’iniziativa. In effetti se ogni singolo Comune avesse deciso di muoversi per conto proprio avrebbe potuto fare molto meno. Resta da capire se questa sorta di area vasta sarà sufficiente per ritagliarsi uno spazio nel mercato del turismo. Partendo dal presupposto che servirà del tempo per avere un quadro ben definito, un primo bilancio verrà fatto dopo l’estate. Sarà l’opportunità per valutare se e quali aggiustamenti da apportare.
Comunque c’è ottimismo. Lo è anche Andrea Corsini, assessore al Turismo della Regione Emilia Romagna, che guarda con interesse proprio questo tipo di iniziative ritenute l’ideale per favorire questi progetti di marketing territoriale. Inoltre è interessante notare che il progetto comprende uno spicchio di Romagna dove si potrebbe trascorrere un periodo di vacanza superiore al mordi e fuggi giornaliero. Difficile però possa essere inserito nei pacchetti dei tour operator, non ci sono posti letto sufficienti. Ma quello non è necessariamente un problema, perché gli amanti della vacanza slow si organizzano da soli senza affidarsi ai tour operator, strutture adatte per un’offerta più di massa.
L’unico dubbio è legato al brand. Le rocche saranno sufficienti? Il percorso comprende dieci fortezze ricche di fascino e di storia. Ma non sono una proposta originalissima. Quindi sarà necessario su un marketing che punti anche su altro, a partire dalle bellezze naturalistiche, ma soprattutto dall’enogastronomia. Non dimentichiamo che l’area in questione è la patria di Pellegrino Artusi, della piadina, della pasta tirata al matterello, di formaggi freschi come squacquerone e raviggiolo. Ma, a partire da Bertinoro, è anche ricca di produzione vinicola. Vi nascono soprattutto sangiovese, albana e pagadebit. Insomma: tanta roba, come si dice adesso.
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