Sbagliato sparare sui giovani. Non sono fannulloni

Intervento di Sebastiano Castellucci, ex consigliere conunale e dottorando di ricerca in diritto del lavoro Unibo

CESENA. I giovani non sono dei fannulloni. Sebastiano Castellucci (già consigliere comunale PD e dottorando di ricerca in diritto del lavoro Unibo) contesta con forza e in modo circostanziato quella che ormai è diventata una vulgata. Lo fa articolando un ragionamento che spinge a riflettere su tanti aspetti del nostro sistema.

Se esiste qualcosa di più insopportabile di chi sfrutta i lavoratori, è chi sfrutta i lavoratori, pretende di avere ragione e protesta contro la svogliatezza dei giovani. Questi che si lamentano sanno di avere una doppia fortuna. La prima è che i giovani sono molto spesso istruiti, ma per niente organizzati: anzi, sono frammentati e incapaci di unire le voci per rivendicare le loro legittime istanze. La seconda è che l’Ispettorato del Lavoro, in termini di risorse economiche e di personale disponibile, fatica a svolgere pienamente il suo ruolo di vigilanza. 

Non è però normale che non si reagisca alle parole che si leggono sui media, nazionali e anche locali. La disoccupazione giovanile del nostro Paese è storicamente altissima (oscilla tra il 25 e il 30%, terza in Europa dopo Grecia e Spagna) e abbiamo decine di migliaia di giovani italiani che emigrano ogni anno per cercare condizioni di lavoro più dignitose e retribuzioni proporzionate. 

Però a sentire le loro lamentele viviamo in un mercato del lavoro che non conosce sfruttati, men che meno nelle attività stagionali estive. Ma cosa pensano che sia lo sfruttamento, avere le catene ai piedi e i documenti sottratti come abbiamo visto avvenire con gli immigrati nel Sud Italia? Quella è schiavitù. Mentre retribuzioni a 5 euro l’ora, rapporti di lavoro totalmente o parzialmente in nero, l’assenza di riposi e di pause, la massima reperibilità e un atteggiamento padronale verso i dipendenti sono il segreto di Pulcinella che sta dietro alle frasi di chi grida allo scandalo contro il Reddito di Cittadinanza “perché così i giovani stanno sul divano”. Quando forse se c’è una cosa positiva di questo strumento, l’unica, è proprio lo schermo che in parte crea verso gli sfruttatori. Poi tutti siamo d’accordo che sia una legge che andrebbe, nella migliore delle ipotesi, riscritta da capo, perché si sono create delle storture intollerabili. 

Scaricare ogni colpa sulla politica permette una deresponsabilizzazione che è pericolosa, perché fa perdere di vista il ruolo fondamentale degli operatori. Moltissimi imprenditori di queste terre sentono di avere una responsabilità sociale, che travalica l’azienda e va a beneficio dell’intero territorio, tant’è che se si vive bene qua è anche merito loro. Ma avere delle attività che per tenersi in piedi ricorrono sistematicamente all’evasione e al nero è un problema anche di slealtà per i tantissimi che, nelle mille fatiche di fare impresa, rispettano tutte le regole. 

Dopo due anni di pandemia, dove i giovani sono stati i meno esposti sul piano sanitario, ma i più colpiti sul piano sociale ed economico, occorre una solidarietà tra le generazioni, altrimenti a furia di luoghi comuni l’Italia si accartoccia su di sé e si spegne. La generalizzazione sui giovani fannulloni, oltre ad essere falsa, non serve a niente, se non a ricordarci quanto sia radicata la sfiducia verso i giovani da parte di chi è nelle posizioni di comando. Questo atteggiamento che li tratta come degli incapaci finisce proprio per farli diventare come tali, quindi senza responsabilità. Sarebbe poi interessante capire come si pagano gli affitti o si creano delle famiglie con rapporti di lavoro frammentari e con stipendi così bassi, oggi erosi anche dall’inflazione. 

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Davide Buratti

Davide Buratti, giornalista professionista, fondatore della Cooperativa Editoriale Giornali Associati che pubblica il Corriere Romagna, di cui dal 1994 e per 20 anni è stato responsabile della redazione di Cesena. Oggi in pensione scrive di politica, economia e attualità a 360 gradi nel suo blog per Romagna Post. Per contatti utilizzate il box commenti sotto gli articoli.