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Fissare una data per celebrare Novello Malatesta e la moglie Violante

I patroni laici di Cesena non sono ricordati a sufficienza

CESENA. A Forlì hanno avuto una bella idea: dedicare una tre giorni a Caterina Sforza, figura molto importante per il Cittadone. Fu signora di Imola e contessa di Forlì, prima con il marito Girolamo Riario, poi come reggente per il figlio primogenito Ottaviano Riario. Nella vita privata si dedicò a svariate attività, tra le quali primeggiavano gli esperimenti di alchimia e la passione per la caccia e la danza. Cesena potrebbe prendere esempio e fare altrettanto con Novello Malatesta e la sua consorte Violante, patroni laici della città.

Durante la loro signoria Cesena conobbe un’epoca di magnificenza. Fu disegnato l’abitato odierno dalla caratteristica forma a scorpione le cui mura sono tuttora conservate insieme a quattro delle sei vecchie porte d’accesso: Porta Santi, Porta Fiume, una delle due Portacce e Porta Montanara. Ma, soprattutto, fu costruita la splendida piazza del Popolo e si riedificò la Rocca Malatestiana. Ma il gioiello resta la biblioteca malatestiana, la più antica biblioteca d’Italia, l’unica a essere stata definita Patrimonio dell’Umanità dall’Unesco. 

Nel 1434 Novello sposò per contratto Violante da Montefeltro: lui sedici anni e lei solo quattro. Nel 1442 le nozze furono celebrate a Gubbio. La coppia non lasciò eredi per un voto di castità fatto dalla moglie Violante. Nel 1444 il fratello Oddantonio da Montefeltro, divenuto duca di Urbino alla morte del padre, viene ucciso da una congiura a cui assistono Violante e le due sorelle. Nel terrore di quella notte Violante fa voto di castità perpetua. Non a caso dopo la morte del marito, vedova a 35 anni, decide di ritirarsi in monastero a Ferrara col nome di suor Serafina e dove diventerà Badessa

Novello Malatesta, soprattutto, e la moglie sono conosciuti a Cesena, ma non sono ricordati come meriterebbe la coppia che più di ogni altra ha lasciato un segno indelebile nella città. Un vuoto che il Comune dovrebbe riempire. Anche e soprattutto per valorizzare queste figure tra il largo pubblico, a partire dalle scuole, che non sa quale sia stata l’importanza di quella coppia per lo sviluppo di Cesena. Sarebbe anche l’occasione per fare conoscere, soprattutto ai più giovani, la storia della città. 

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