Intervento di Giuliano Zignani, segretario regionale Uil
di Giuliano Zignani*
La sanità dell’Emilia Romagna sta vivendo il suo periodo peggiore. A causa di questo gli emiliano-romagnoli stanno pagando un prezzo troppo alto per vedersi garantito il diritto costituzionale alla salute. Per non parlare di chi lavora nei nostri ospedali o nei nostri ambulatori la cui professionalità viene spremuta al massimo perché manca personale e per un’incapacità organizzativa delle aziende sanitarie.
La situazione è da codice rosso. Per questo come Uil Emilia Romagna abbiamo redatto due ordini del giorno che verranno spediti ai capigruppo dell’Assemblea legislativa della Regione Emilia Romagna e dei Comuni in cui li sollecitiamo ad aprire un dibattito sulla sanità regionale, sottolineando come debba rimanere pubblica. Un rischio quest’ultimo quanto mai concreto come tocca con mano chiunque si rivolga al Cup per una prenotazione e, visti i tempi biblici di attesa, sceglie il privato, pagando la prestazione. E non è solo un problema di fase post Covid.
Tutto questo è la negazione assoluta della nostra storia. Mi chiedo: la Regione Emilia Romagna e l’assessorato regionale alla Sanità, oltre a chiedere giustamente risorse al Governo per le spese Covid, cosa stanno facendo? Direi proprio niente a patto annunciare mirabolanti piani per il rientro delle liste di attesa e pirotecniche ri-organizzazioni; il tutto a costo zero, senza cioè personale in più. Ma un costo c’è e, ripeto, lo stanno pagando i lavoratori e i cittadini.
Se viale Aldo Moro fosse lungimirante, potrebbe trasformare le attuali criticità in un’occasione di rilancio e riorganizzazione del nostro sistema sanitario. Al contrario preferisce ripetere come una geremiade ‘Il Governo non ci dà risorse’; anche su questo ci sarebbe da confrontarsi visto il ruolo specifico in seno alla Conferenza Stato-Regioni dove si potrebbe lavorare fattivamente per tutti.
*segretario regionale Uil
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