RAVENNA. Giovedì 21 luglio, alle 21 al Pala De André, in programma musiche di Bizet, Ljadov e Liszt.
Dopo aver percorso Le vie dell’Amicizia tra Lourdes e Loreto, Riccardo Muti torna a Ravenna Festival e al Pala de André, giovedì 21 luglio alle 21, per offrirsi a quella sorta di rito che negli anni si è consolidato nell’incontro tra il pubblico più ampio e il “suo” maestro. Un grande concerto che quest’anno coincide anche con la chiusura della XXXIII edizione del Festival – almeno per la parte estiva ché tra un paio di mesi si riprenderà con la Trilogia d’Autunno. E che vede il grande direttore sul podio dell’orchestra “di casa”, quella che lui stesso ha fondato, l’Orchestra Giovanile Luigi Cherubini, impegnata in un programma dai contorni in parte inconsueti e decisamente accattivante. La scelta delle musiche prevede infatti Roma, sinfonia in do maggiore di Georges Bizet, lavoro di rara esecuzione, poi il Poema sinfonico op. 62 Il lago incantato del russo Anatolij Konstantinovič Ljadov, compositore pressoché sconosciuto presso il grande pubblico eppure riconosciuto e stimato dai più grandi della sua epoca per l’inconfondibile vena creativa; e infine quel monumento alle possibilità espressive e timbriche dell’orchestra che sono Les préludes, il poema sinfonico per il quale Franz Liszt si ispirò all’opera di Alphonse de Lamartine. L’evento è reso possibile dal sostegno de La Cassa di Ravenna Spa e della Fondazione Cassa di Risparmio di Ravenna.
Il programma della serata è, insomma, una raccolta di musiche accomunate da titoli che rimandano a qualcosa che esce dai confini della musica stessa: un luogo geografico preciso come Roma, poi un luogo invece indefinito come un lago incantato o, meglio, l’omonimo quadro dipinto da Arseny Meshchersky che ispirò Ljadov; e ancora i versi poetici di Lamartine, per Liszt. Opere però che superano le suggestioni originarie per articolarsi secondo logiche squisitamente musicali e parlare appunto il linguaggio assoluto e universale della musica.
A cominciare dalla Sinfonia Roma, che Bizet inizia a comporre nel 1861 quando è ospite della capitale italiana per essersi aggiudicato, appunto, il prestigioso Prix de Rome assegnato ai migliori dal Conservatorio parigino; e che riprende poi nel 1869 apponendo a ogni movimento evocativi titoli (Una caccia nel bosco di Ostia, Una processione, Carnevale a Roma) adatti, secondo Jules Pasdeloup che si propone di dirigerla nella sua stagione concertistica, ad attrarre l’attenzione del pubblico.
Anatolij Konstantinovič Ljadov, che pochi conoscono, fu allievo di Rimskij-Korsakov, con il quale sembra si dilettasse gareggiando nello scrivere fughe, e a sua volta maestro di Prokof’ev, ma, al di là del talento che tutti indiscutibilmente gli riconoscevano, sembra debba l’esiguità del proprio catalogo a una straordinaria pigrizia. Il lago incantato, del 1909, è uno dei soli tre poemi sinfonici che egli compose, dando prova di perizia coloristica in un impressionistico fluttuare di suoni onirici, impalpabili, esaltati dai pizzichi argentei di arpa e celesta e dalle luminescenze dei flauti come degli archi.
Infine, Les préludes, il poema sinfonico che Liszt compone nel periodo che va da 1844 al 1852 e per il quale, però, adotta i versi di Lamartine a partitura già ultimata, quando si trova a doverla dirigere per la prima volta a Weimar – dove era maestro di cappella e dove si dedicò alla composizione di tanti dei suoi poemi sinfonici. È in quell’occasione che distribuisce al pubblico una sorta di preambolo letterario, che illustra il tema della composizione: la sorte dell’essere umano inevitabilmente destinato alla morte ma prima tormentato ed esaltato dai più diversi sentimenti, dall’amore alla guerra, alla ricerca di pace… esperienze attraverso cui passa il tema-protagonista, trasformandosi fino all’apoteosi finale.
Info e prevendite: 0544 249244 – www.ravennafestival.org
Biglietti: da 15 a 65 Euro (ridotti da 12 a 55 Euro); under 18 5 Euro
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