Il giornalista cesenate ha stilato il suo programma
di Gian Paolo Castagnoli
CESENA. E se provassimo a usare anche i social per dire ai politici, che li leggono e ne tengono conto più di quanto si pensi, cosa ci aspettiamo da loro in campagna elettorale?
Provo a iniziare io, buttando giù quelle che sono le mie priorità…
1) Lavoro (non solo occupazione pur che sia ma lavoro dignitoso, pagato decentemente con la definizione di un reddito minimo, tutelato e con diritti);
2) Diritto alla casa per tutti: soddisfare questo bisogno primario basterebbe già ad eliminare buona parte delle sacche di povertà;
3) Difesa della sanità pubblica (che è in enorme pericolo);
4) Rilancio della scuola, che per me resta uno dei principali pilastri di una società;
5) assistenza a ogni persona in difficoltà ma chiedendo a chiunque riceva un aiuto pubblico di restituire qualcosa, che sia tanto o poco, alla comunità e di darsi da fare per recuperare gradualmente la propria autonomia: sono i punti inattuati del reddito di cittadinanza, che ha reso scandalosa una misura giusta, perché i famosi obblighi di formazione e le ore di lavoro da svolgere a favore della collettività da parte dei beneficiari si sono andati a fare friggere;
6) Massima attenzione all’ambiente e alla lotta ai mutamenti climatici;
7) Riconoscimento dei diritti civili e tutela delle libertà individuali all’altezza di quelli esistenti nei Paesi nordeuropei;
8) politiche migratorie e accoglienza dei profughi non caritatevoli, precarie e sbrigative ma umane, intelligenti, lungimiranti e organizzate, cioè che vadano ben oltre la prima accoglienza prevedendo un percorso di inserimento socio-lavorativo, come fanno tutti i Paesi evoluti;
9) lotta durissima alle mafie, a partire da quelle che infestano la politica e l’economia;
10) Impegno convinto per la nascita di una vera Federazione europea, unica strada tra l’altro per potere pensare a una maggiore autonomia dagli Stati Uniti, che rappresentano un modello di democrazia differente da quello che possiamo e dobbiamo costruire: se una piena integrazione europea non riusciremo a farla ora che ha fatto intravedere la sua efficacia e la sua necessità per affrontare le grandi sfide ed emergenze del mondo di oggi, non la si farà mai più;
11) Politica estera di sostegno allo sviluppo di libertà, democrazia e diritti umani ovunque e di contrasto (o almeno distanza) a qualunque Paese si muova nella direzione contraria.
Per me in questi undici punti (sistemateli voi su un campo di calcio nel ruolo che più vi aggrada e allenateli perché si esprimano al meglio) c’è quasi tutto quello che dovrebbe essere una sinistra moderna. Mi accontenterei anche che qualche forza politica ne mettesse una mezza dozzina seriamente al centro della propria agenda.
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