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L’europeismo irrompe nella campagna elettorale

Soprattutto dopo le ultime prese di posizione di Giorgia Meloni

CESENA. Si deve ricredere chi pensava che Giorgia Meloni avesse rivisto le sue posizioni sull’Europa. In questo senso sono significativi gli ultimi atti. Qualche giorno fa ha detto che la festa è finita parlando del rapporto con l’Ue col suo arrivo a palazzo Chigi. Chi pensava ad una sparata elettorale si è dovuto ricredere dopo l’ultimo affondo in Europa. Fratelli d’Italia (e la Lega) hanno votato a favore di Orban, leader ungherese, nel momento in cui l’Europa contestava il livello di democrazia che c’è in Ungheria.

Che bella Ue ci debbano essere cose da rivedere è sotto gli occhi di tutti. Ma, soprattutto nell’ultimo periodo, sono stati fatti grossi passi in avanti. Il pericolo è che Giorgia Meloni possa voler rivedere i rapporti con l’Europa spingendo sull’acceleratore per diminuire il peso di Bruxelles e aumentare quello dei singoli stati. Un forma di nazionalismo che appare sempre più anacronistico. 

In questo momento è difficile pensare che l’Italia possa avere la forza di potersi giocare le sue carte senza un consistente paracadute europeo. Sarebbe improponibile in una situazione normale, figuriamoci in un momento come quello attuale nel quale Russia e Cina spingono per creare un nuovo ordine mondiale. E nel mirino c’è soprattutto l’Europa che, soprattutto Putin, vorrebbe frantumare per renderla meno forte.

Non a caso, la notizia è di oggi, gli Stati Uniti si augurano che continui ad esserci un’Europa forte perché sarebbe il primo ostacolo alla Russia. Non è forse un caso se Berlusconi oggi ha chiesto chiarimenti sull’europeismo del prossimo esecutivo. Ma ne servirà uno reale non di facciata. E, a questo punto, non è escluso che l’europeismo dell’esecutivo possa essere il dibattito che catalizzerà l’interesse dell’ultima settimana di campagna elettorale.

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