In un'intervista al Carlino l'esponente ciellino parla di strategie elettorali
CESENA. Ci sono segnali che non possono essere sottovalutati. Uno di questi è l’intervista fatta da Andrea Alessandrini a Romano Colozzi e pubblicata sul Resto del Carlino. Colozzi non ha ruoli specifici, ma il suo pensiero è sempre molto ascoltato nel centrodestra. Ad un certo punto dice: per il 2024 non si può dare per scontato nulla, anche se il sistema di potere costruito dalla sinistra a Cesena non è facile da scardinare. Rende più difficile costruire un’alternativa a tale sistema il fatto che a Cesena il Pd sia riuscito a coinvolgere in esso organicamente settori del partito repubblicano e del mondo cattolico.
Poi suggerisce di non aspettare gli ultimi mesi e tenere conto che: a livello amministrativo le persone contano molto di più rispetto alle elezioni politiche e convincere i referenti nazionali che la sfida di Cesena deve arrivare sui tavoli romani.
Insomma, Colozzi suggerisce di muoversi per fare di tutto per stringere un’alleanza con il terzo polo, accordo che potrebbe essere molto importante non solo dal punto di vista numerico. E se corteggiamento dovesse essere quello dovrà partire subito perché l’appuntamento di metà 2024 è dietro l’angolo.
Al momento non ci sono le condizioni per pensare ad un cambio di casacca da parte del mondo del terzo polo, a partire dal Pri. Però se in guerra e in amore tutto è permesso, figuriamoci in politica, ambiente dove quando partono le avance non c’è limite al corteggiamento e tutto diventa possibile. Un rischio che qualcuno, all’interno del Pd, ha paventato da tempo. In questo senso Lattuca deve augurarsi che il rapporto instaurato col mondo repubblicano (e con quei cattolici vicini al terzo polo) sia così profondo da superare qualsiasi tipo di corteggiamento. Se così non fosse i segnali non tarderebbero ad arrivare, perché scelte radicali tendenzialmente si fanno ad un anno dalle elezioni.
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