L'e-commerce principale imputato. Ma anche i conmercianti sbagliano
CESENA. “Negozi d’abbigliamento, è una crisi irreversibile” titolava venerdì scorso l’edizione di Cesena del Resto del Carlino. A lanciare l’allarme è stato Gianmaria Zanzini, vice presidente regionale di Federmoda, che, intervistato da Maddalena De Franchis, ha fornito alcuni dati che, per certi versi, sono impietosi: tra il primo aprile e il 31 agosto 2022 nel territorio della Provincia di Forlì Cesena hanno chiuso 126 attività di cui 76 nel commercio al dettaglio e 50 all’ingrosso. Tutto questo a fronte di 86 aperture. Poi aggiunge: nell’abbigliamento le chiusure hanno interessato sei negozi su dieci solo negli ultimi dieci anni. E la definisce “una crisi irreversibile”. E ritiene che ciò che ha generato effetti devastanti “è lo strapotere dell’e-commerce”.
Una situazione difficilmente arginabile e che, comunque, richiede un diverso approccio ai commercianti. A partire dagli orari di apertura. Quelli attuali sono incongruenti. E’ inutile alzare le saracinesche nel primo pomeriggio e chiudere alle 19,30. Quanto meno serve allungare la chiusura serale. Lo stesso discorso vale per i festivi. E’ un tema del quale si dibatte da tempo, ma che non ha mai sfondato.
Si è sempre preferito dibattere sui parcheggi come se fossero la panacea di tutti i mali del commercio. Certo, era la teoria più facile da sostenere. Ma è sempre stata una foglia di fico. Lo dimostra quello che succede la sera. L’emergenza sosta a Cesena scatta dalle venti in poi. Eppure il centro, soprattutto nel fine settimana, pullula di persone e i pubblici esercizi lavorano. Questo significa che c’è una proposta che funziona. E che il centro cittadino è attrattivo. E quelle persone non si limitano a frequentare bar e ristoranti. Ma passeggiano anche. In particolare via Zeffirino Re e corso Mazzini sono frequentati così come i centri commerciali. Del resto si è sempre parlato del centro di Cesena come di un centro commerciale a cielo aperto. Ma quelle strutture per funzionare si adattano alla disponibilità delle persone e non il contrario.
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