La politica deve muoversi per rispolverare un progetto bloccato all'improvviso
CESENA. Una buona notizia: nei prossimi tre anni saranno spesi 500 milioni di euro per sistemare il tratto romagnolo della E45. Un investimento notevole e che era auspicabile per ridare dignità ad una superstrada che è molto trafficata, ma che ha un livello di sicurezza bassa proprio perché servono quegli interventi che potranno essere fatti con quello stanziamento. Quindi è facile immaginare che nel prossimo triennio ci sarà una moltiplicazione dei cantieri, ma a fin di bene. Alla fine avremo una E45 migliorata e, sicuramente, più sicura.
Quindi tutto bene? Assolutamente no. Il maxi intervento è una toppa e come tale va considerata. Quindi i toni entusiastici possono essere accettati, ma fino ad un certo punto. Questo intervento può essere archiviato alla voce “meglio che niente”. Ma la E45 avrebbe bisogno di qualcosa d’altro: dovrebbe diventare autostrada. Bisognerebbe riprendere in mano quel progetto archiviato da Renzi quando tutto sembrava fatto.
Prima dello stop il progetto Bonsignore aveva ottenuto il via libera anche dal Cipe. Si tratta di un project financing che supera gli otto miliardi di euro e prevede il collegamento autostradale tra Mestre e Civitavecchia. L’attuale tracciato sarebbe completamente potenziato. In molti casi costruendo nuove arterie anziché recuperare le attuali. Poi ci verrebbe costruita la Romea Bis: il tratto Ravenna-Mestre. Insomma sarebbe la tanto auspicata porta verso l’Europa dell’Est e farebbe diventare Cesena uno dei poli autostradali più importanti d’Italia e non solo. Sarebbe quasi ai livelli di Bologna e a trarne enorme vantaggio sarebbe anche l’aeroporto Forlì.
Invece tutto è fermo. Prima o poi qualcuno ci spiegherà il perché. Soprattutto in considerazione del fatto che a pagare dovrebbe essere il privato. E sarebbe importante che la politica si muovesse per rispolverare quel progetto. Allora si che si potrebbe esultare.
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