Sarà presentato sabato pomeriggio alla Malatestiana
CESENA. Bologna è una bella città. Visitarla è sempre gradevole, ma senza i portici non sarebbe la stessa. Sono un elemento architettonico talmente diffuso da esserne diventato un simbolo, al pari delle Due Torri o dei tortellini. E ha segnato anche un record: con quasi 40 chilometri nel solo centro i portici bolognesi sono i più lunghi d’Italia e nel mondo. Non a caso il 28 luglio 2021 sono entrati nella lista del Patrimonio Mondiale Unesco. Secondo le motivazioni rappresentano “un elemento identificativo della città di Bologna, sia dalla comunità che dai visitatori, e sono un punto di riferimento per uno stile di vita urbano sostenibile, in cui gli spazi religiosi e civili e le abitazioni di tutte le classi sociali sono perfettamente integrate”.
Dei portici bolognesi si occupa l’ultimo libro di Giordano Conti, ex sindaco di Cesena. Lo ha scritto assieme a Lucia Corrain. Oltre ad avere una produzione letteraria importante e qualificata, entrambi sono docenti universitari presso l’Alma Mater. Lucia Corrain insegna ”Semiotica dell’arte” e i suoi interessi si concentrano sul linguaggio delle arti figurative in generale e della pittura in particolare. Conti è docente di “progettazione ambientale” e si è sempre occupato di recupero edilizio, urbano e territoriale e di materiali e tecniche costruttive ecosostenibili.
Il volume (edito dal Ponte Vecchio) è di 174 pagine e ricchissimo di fotografie. Soprattutto aiuta a capire come e perché i portici sono diventati parte integrante della città, ma anche il legame con Bologna. Interessante, in questo senso, un’analisi contenuta nelle conclusioni di Lucia Corrain. Premette che la storia amministrativa di Bologna ha sempre avuto come particolarità quella di mantenere una certa autonomia cittadina, indipendentemente da chi fosse al governo. Poi sottolinea che “non a caso il motto di Bologna è sempre stato Libertas”. Perciò ritiene che “anche alla luce di questa singolare modalità di governo, il portico sembra l’espressione architettonica di una specifica vocazione ‘popolare’ dell’organismo urbano, organizzato intorno all’orizzontalità e alla continuità piuttosto che sulla monumentalità”.
Il libro sarà presentato sabato pomeriggio (3 dicembre), dalle 17, nell’aula Magna della Malatestiana. Oltre agli autori, intervengono Marino Biondi, dell’università di Firenze, e Valentina Orioli, dell’università di Bologna e assessore ai Portici del Comune di Bologna.
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