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Il testamento enogastronomico di Gianfranco Bolognesi in uno stupendo libro

Curato da Elsa Mazzolini. Racconta 50 personaggi ospitati alla sua tavola

CESENA. Parlare di Gianfranco Bolognesi è facile e difficile allo stesso tempo. Facile perché stiamo parlando di un genio dell’enogastronomia: doppia stella Michelin mantenuta per 26 anni alla Frasca di Castrocaro, riconoscimento come uno dei sette ristoranti che hanno fatto la storia della ristorazione italiana, premio come migliore cantina d’Italia, miglior sommelier d’Italia, tra i fondatori dell’Ais Romagna, conduttore di aste a scopo benefico. E’ difficile perché dopo aver elencato i suoi titoli non si riesce a trovare l’aggettivo giusto. Quello calzi a pennello per lui che è stato molto di più di un ristoratore di altissimo livello. Per Paolo Teverini, chef, Bolognesi era un ristoratore elegante, una persona da guardare e imitare. Per Giancarlo Mondini, storico sommelier, era il Pinchiorri di Romagna. Per Elsa Mazzolini, giornalista enogastronomica, era un “visionario” che amava la Romagna al punto tale da aver tramandato ricette iconiche che, così come ha fatto Artusi, ha creato una codificazione del cibo di questa terra.

Il ricordo migliore però è “Alla mia tavola”, libro al quale Bolognesi teneva in modo particolare e alla cui stesura aveva impiegato circa due anni e che rappresentava il compendio della sua vita professionale. Con uno stile fluido racconta cinquanta personaggi conosciuti ospitati nel corso degli anni alla sua prestigiosa tavola. Fra gli altri ci sono: Giovanni Paolo II, Claudio Baglioni, Azeglio Ciampi, Ennio Morricone, Luigi Veronelli. Ad ognuno di loro traccia la biografia, le preferenze enogastronomiche, svelando gustosi aneddoti. Il tutto corredato da belle foto e iconiche ricette dei suoi piatti più famosi. Ne è nato un volume di duecento pagine che però Bolognesi non riuscì a veder pubblicato perché nell’ultimissima fase della sua vita trovò molte porte chiuse. E qui sarebbe necessaria una profonda riflessione sull’essere umano. 

A rendergli merito ora è Elsa Mazzolini che ha ripreso in mano il suo lavoro, ad un anno dalla scomparsa di Bolognesi, realizzando un volume di duecento pagine, molto curato graficamente e di grande formato, un’elegante testimonianza di un periodo storico e culturale che ci appartiene. 

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