Fabio Pracucci, 54 anni
di Vincenzo Marano
MONTIANO. I materiali di risulta ritornano a vivere ed avere nuove forme artistiche. Cambiano “residenza” in un nuovo “abitato”. Pezzi di tronchi, levigati dalle “carezze” dell’acqua, trasportati dalle piene dei fiumi verso il mare, tubi di ferro vecchio smontati da utensili in disuso, legnami di vecchie botti per il vino , nella mani di Fabio Pracucci, rinascono, plasmati in altre forme.
“E’ una passione nata da alcuni anni- spiega Fabio-Il periodo della pandemia mi ha dato il tempo per cimentarmi nella creazione di nuovi oggetti. Tutto il tempo libero dal lavoro, visto che non si poteva uscire di casa, l’ho dedicato alla manualità artistica. Già lavoro in una falegnameria industriale e questo mi permette di una maggiore duttilità con gli attrezzi del mestiere”.
Le opere create da Pracucci, 54 anni, sono state apprezzate da molti amici e curiosi. Fra essi, anche l’architetta Valentina Orioli, assessora alla valorizzazione dei Beni culturali del comune di Bologna ne è rimasta affascinata. “In giro per le campagne del nostro territorio, nei casolari abbandonati, trovo delle fasce di legno di vecchie botti- aggiunge Pracucci- e, dopo un attento recupero e restauro, le uso come base per creare dei porta bottiglie per il vino che si adattano bene alle pareti delle tavernette”.
L’eclettismo di Fabio non ha confini e “vola” oltre la lavorazione del legno . Da vecchi manufatti di ferro, dopo un attento assemblaggio, rinascono nuove lampade da arredo o abasciur da comodino. Il suo laboratorio è nella cantina di casa che si apre come un atelier a terrazza, sul versante di un promontorio agreste che guarda verso le colline di Longiano. Tutto intorno sembra che il tempo si sia fermato mentre le stagioni mutano nel segno della rigogliosa agricoltura del territorio montianese . E’ in questa quiete che le opere di Fabio Pracucci prendono forma a nuova vita.
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