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Buonguerrieri e Fabbri sul podio della comunicazione politica. Il Pd deve essere più aggressivo

Molto attivo anche Enrico Sirotti Gaudenzi

CESENA. Alice Buonguerrieri e Davide Fabbri in questo momento sono i politici più attivi  per quanto riguarda la comunicazione. Ma anche Enrico Sirotti Gaudenzi continua a tenere alta l’asticella. I tre seguono metodologie diverse. 

Alice Buonguerrieri

La nuova parlamentare di Fratelli d’Italia è di lotta e di governo. Interviene su tutti i temi di stretta attualità. L’impressione è che abbia un ufficio comunicazione che lavora bene. Non si fa mancare niente. Alla inevitabile quota di populismo, alternativamente incensa il lavoro del governo nazionale e bacchetta quello locale quando su un tema si alza la polemica. Come, ad esempio, quando Enzo Lattuca è finito nel mirino per il taglio delle ambulanze medicalizzate. Però andrebbe sottolineato che le scelte locali sono direttamente legate a quelle nazionali e se da Roma i fondi per la sanità sono risicati c’è una inevitabile ricaduta  sul territorio. Ma Alice Buonguerrieri lo ha giustamente (dal suo punto di vista) ignorato. A farglielo presente doveva essere qualcun altro.

Davide Fabbri è sempre il solito. Resta uno dei più preparati e i suoi interventi, nonostante contengano una dose di populismo, sono interessanti anche perché sa riconoscere la notizia. Lui si continua a definire blogger indipendente, ma, di fatto, resta un politico a tutto tondo e ci sono molti indizi (uno è l’attuale attivismo) che fanno ritenere che sarà presente anche nella prossima tornata elettorale.

Il leghista Enrico Sirotti Gaudenzi, consigliere comunale, marca a uomo l’operato della giunta cesenate. Usa tre frecce: interpellanze, rilancio dei temi caldi e contestando le iniziative di sindaco e assessori. 

E gli esponenti del Pd? In questo momento sono concentrati soprattutto sulle primarie. Per quanto riguarda la comunicazione “generica” continuano a farla in maniera istituzionale e mostrando sempre un buon livello di preparazione e, quindi, della trattazione dei problemi. L’impressione però è che si debbano “sporcare un po’ più le mani”. Ovvero, essere di lotta e di governo. O, quanto meno, marcare stretto quello che fanno gli avversari. 

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