Le analisi della Corte dei Conti sono impietose
CESENA. Allarme rosso per la sanità: l’Italia spende troppo poco e si crea una situazione che aumenta le disuguaglianze. Non è una convinzione, ma una certezza. Lo scrive Il Sole 24 Ore che riporta dati elaborati dalla Corte dei Conti (delibera 19/2022 della sezione Autonomie). La spesa sanitaria pro capite in Italia, scrive Il Sole, si ferma a 2.851 dollari all’anno (2.637 euro). A parità di potere d’acquisto, si tratta del 51,7% in meno dei 5.905 dollari pro capite spesi in Germania ed il 38,4% in meno dei 4.632 dollari a testa utilizzati dai francesi, mentre rispetto al Regno Unito (4.158 dollari) la distanza è del 31,4%.
Un problema aumentato considerevolmente con l’ultima legge di bilancio. Ma sarebbe sbagliato addebitare tutte le responsabilità a questo governo. Il guaio è iniziato da tempo. Rispetto al 2008 l’impegno pubblico in sanità è cresciuto del 15,4% a fronte di una spesa aumentata del 34,5. Il problema principale è che nell’ultimo quindicennio la spesa non è stata adeguata come si sarebbe dovuto fare per ammortizzare l’aumento reso necessario dall’evoluzione delle cure e dall’invecchiamento della popolazione.
La situazione si ripercuote soprattutto sui Lea (Livelli essenziali di assistenza) e a pagare pegno sono soprattutto le regioni del Sud. Nella graduatoria i territori che stanno meglio sono Veneto e Toscana (222 punti). Seguono Emilia Romagna (221) e Lombardia (215). Il peggiore è la Calabria (125).
Un buon risultato (il terzo posto) che per l’Emilia Romagna è effimero. Se le cose vanno bene rispetto ad altre zone è un risultato effimero. I tagli cominciano a pesare e anche da noi provocano disagi agli utenti. L’esempio forse più emblematico è la riorganizzazione delle automediche in Romagna che hanno subito un vero e proprio taglio. Passaggio che non è ammissibile, ma indispensabile a fronte di una riduzione di soldi da Roma. Però così non si potrà proseguire. Il punto di non ritorno forse è già stato superato, perciò servirà chiarezza dal nazionale. La politica deve dire chiaramente cosa vorrà fare della sanità. Ottenere una risposta sarà difficile, ma se non dovesse arrivare forte e chiara dovrebbe essere l’opposizione a pressare la maggioranza invece di rincorrere le sterili polemiche quotidiane.
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