Il post Pontedera riapre le riflessioni
CESENA. Una vittoria che accende i rimpianti. A Pontedera il Cesena non solo ha vinto 3-0, ma è tornata una squadra solida. Quella vista nel lasso di tempo intercorso fra il disastroso inizio di campionato e la conquista del primo posto in classifica. E’ per questo che c’è amarezza per quello che era successo. I bianconeri adesso sono a sette punti di distanza dalla Reggiana e obiettivamente la forbice poteva essere inferiore. Nessuno inoltre avrebbe gridato allo scandalo se al primo posto ci fosse stato il Cesena. Invece le cose sono andate in un altro modo.
E’ vero che una stagione è contraddistinta anche da momenti negativi, ma quei sette punti di distanza non stati provocati da una fase contrassegnata da un calo di condizione, ma da una gestione non ideale, in particolare per quanto riguarda il portiere i cui riflessi negativi non sono legati solo ai punti persi che, più o meno, sono quelli che mancano per essere allo stesso livello della Reggiana. Il patatrac ha ridotto l’affidabilità della porta del Cesena. Questo perché è stato perso anche Minelli che non sarà un fenomeno, ma è molto più affidabile di Tozzo e Lewis. Entrambi non sono delle schiappe, ma non sono all’altezza di una squadra che punta alla promozione.
Del resto, non è un segreto che il portiere è uno di quei ruoli in cui non bisogna sbagliare le scelte. Perché un numero uno con i controfiocchi ti porta dei punti. Al Cesena invece ne sarebbe bastato uno in grado di non farne perdere. Figura che poi è fondamentale per dare sicurezza a tutta la squadra, in particolare alla difesa. Perché non è risaputo che quando c’è un portiere che dà sicurezza i difensori giocano più tranquilli e più alti. Cosa che a Cesena non sta succedendo. Inoltre però è necessario fare chiarezza. Serve scegliere il titolare. Un turno di riposo ci può stare, soprattutto per sgombrare la mente dopo un periodo non ideale. Però bisogna decidere chi sarà il numero uno. E’ fondamentale.
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