RAVENNA. Inaugura lunedì 13 marzo, alle 17, nello spazio PR2 in via D’Azeglio 2, la mostra fotografica “100 giorni di solitudine” dell’artista palestinese Nidaa Badwan. Saranno presenti all’inaugurazione l’assessora all’Immigrazione Federica Moschini e l’artista.
La mostra è composta da una serie di autoscatti realizzati dall’artista durante un esilio autoimposto di 20 mesi nella propria camera da letto a Deir Al-Balah, come protesta contro le violenze subite dai miliziani di Hamas, dopo essere stata arrestata perché senza velo e in compagnia di uomini in un luogo pubblico.
Nei suoi scatti, Nidaa Badwan ricrea il suo personale universo, dove il tempo sembra sospeso, al riparo dalle tragedie del mondo esterno, ritraendo coloratissime scene di vita quotidiana, che sono in netto contrasto con la cruda e grigia realtà che la popolazione di Gaza si trova a vivere. Le foto simili a pitture, sono un tripudio di colori con chiaroscuri e giochi di luce. Attività comuni, come bere un caffè, lavorare alla macchina da cucire o sbucciare cipolle, diventano, nel mondo creato dall’artista, momenti di intimità e solitudine ai quali lo spettatore viene invitato a far parte, le attività quotidiane sono trasformate in momenti unici, il tempo è sospeso e svincolato dalla realtà esterna.
“Credo che ogni cosa – dichiara Nidaa Badwan – anche la più semplice delle cose, possa essere riformulata in maniera artistica. L’arte è la forza creatrice che ci permette di rimodellare ciò che è normale e riformularlo in maniera che diventi anormale. L’arte, mi permette di essere libera dalla mia comunità e di trovare uno spazio per la mia libertà di espressione”.
La mostra sarà visibile dal 13 marzo al 2 aprile, con i seguenti orari: dal lunedì al giovedì dalle 15 alle 19, venerdì e sabato dalle 10 alle 13 e dalle 16 alle 19 e domenica dalle 10 alle 13.
La mostra rientra tra gli eventi promossi dal Comune di Ravenna nell’ambito della Settimana contro il razzismo e le discriminazioni, che ogni anno il 21 marzo celebra la giornata internazionale per l’eliminazione della discriminazione razziale. Tale ricorrenza, fu proclamata dall’Assemblea Generale delle Nazioni Unite nel 1966, in ricordo del massacro di Sharpeville del 1960, quando la polizia sudafricana uccise 69 manifestanti e ne ferì 180, che protestavano contro l’Urban Areas Act che imponeva ai sudafricani neri di esibire uno speciale permesso se venivano fermati nelle aree riservate ai bianchi.
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