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L’Arte della Moda. L’età dei sogni e delle rivoluzioni. 1789 – 1968

Fino al 2 luglio, presso il Museo Civico San Domenico di Forlì, sarà possibile visitare la nuova sorprendente esposizione dal titolo “L’Arte della Moda. L’età dei sogni e delle rivoluzioni. 1789 – 1968”, dedicata all’affascinante rapporto fra arte e moda nel periodo che va dall’Ancien Régime al secondo Novecento.

Il numero delle opere e l’ampiezza della superficie su cui sono esposte ne fanno la più imponente tra tutte le grandi mostre che, da 18 anni, caratterizzano la primavera artistica della nostra città e non solo.

Il respiro internazionale e la grande rilevanza a livello espositivo delle grandi mostre del San Domenico hanno fatto di Forlì un punto di riferimento fisso per tutti gli amanti delle arti che, nel corso degli anni, sono stati in migliaia da ogni parte d’Italia e anche d’Europa ad accorrere in città per ammirarle.

“L’Arte della Moda”, inaugurata lo scorso 18 marzo, mette a confronto l’arte con la moda: dalla Rivoluzione Francese alla Pop Art, fino alla nostra contemporaneità. Oltre 200 capolavori e 100 abiti dialogano in una mostra esclusiva, con uno straordinario allestimento.

Le opere esposte, tra quadri, sculture, abiti d’epoca e contemporanei, offrono un’opportunità unica per contemplare capolavori di Tintoretto, William Hamilton, George Romney, Francesco Hayez, Silvestro Lega, Telemaco Signorini, James Tissot, Giovanni Boldini, Vittorio Corcos, Henry Matisse, Josef Hoffmann, Giacomo Balla, Piet Mondrian, Umberto Boccioni, Giorgio de Chirico, Damien Hirst insieme con le creazioni di Charles Frederick Worth, Ventura, Mariano Fortuny, Paul Poiret, Salvatore Ferragamo, Coco Chanel, Germana Marucelli, Valentino Garavani e Pierpaolo Piccioli, Giorgio Armani, Christian Dior di John Galliano, Gucci, Prada, Tom Ford, Cristobal Balenciaga, Yohij Yamamoto.

In passato la sintesi tra opera d’arte e moda è stata ben definita da Oscar Wilde: «O si è un’opera d’arte o la si indossa». Da sempre questo rapporto va incrementandosi in un gioco delle parti che ha portato la moda stessa a diventare un’arte, uno sguardo sulle cose del mondo come la filosofia, la letteratura, il cinema, e a ispirarsi all’arte stessa, in rimandi che dal secondo Novecento fanno dell’intera storia dell’arte, un riferimento costante, imprescindibile, soprattutto per il made in Italy.

Dalla fine dell’Ottocento e per tutto il Novecento questo rapporto si è fatto più intenso: gli artisti hanno disegnato abiti e creato la comunicazione della moda, mentre gli stilisti collezionavano opere d’arte e ne facevano oggetto di ispirazione o di imitazione per le loro creazioni.

La moda è divenuta sinonimo di lusso e seduzione, innovazione e conformismo, travestimento e arte dell’apparire, che racconta lo sviluppo della modernità. L’arte è diventata ispirazione, espressione e diffusione di modelli e di comportamenti.

Se il legame tra abito e ruolo sociale è proprio di tutte le civiltà organizzate, il principio di cambiamento costante della moda è l’effetto di un lungo processo storico. La moda si colloca al centro del potere e della sua comunicazione, della società e dei suoi segni simbolici. Sinonimo di lusso e seduzione, essa è specchio delle contraddizioni contemporanee, travestimento e arte dell’apparire, ma anche maschera e riflesso della crisi dell’io.

Col mutare degli stili sono cambiati i materiali e si sono aperte nuove produzioni. La ricerca dei materiali ha rivoluzionato il mondo produttivo e quello commerciale fino alle attuali soluzioni tecnologiche. E con la diffusione sono cambiati i linguaggi e la comunicazione.

Tuttavia è proprio la diffusione della moda che ha creato socialmente e culturalmente quella sua caratteristica bipolare che la caratterizza: il passaggio tra trasgressione e omologazione, rottura e consenso, lineare e sontuoso, policromo e monocromo, natura e artificio, organico e inorganico, superfice e profondità, differenza e identificazione.

Dalla fine dell’Ottocento e per tutto il Novecento il rapporto tra artie e moda si è fatto via via più intenso: artisti che oltre a ritrarre l’eleganza, hanno disegnato abiti e gestito la comunicazione della moda, stilisti che hanno collezionato opere d’arte e ne hanno fatto oggetto di ispirazione o il simbolo della propria contemporaneità.

Ed è per questo che, come ha sostenuto Mondrian, oggi “la moda non è soltanto lo specchio fedele di un’epoca, bensì anche una fra le espressioni plastiche più dirette della cultura umana”.

Ideata e realizzata dalla Fondazione Cassa dei Risparmi di Forlì in collaborazione con il Comune di Forlì e il Museo Civico San Domenico, la mostra “L’Arte della Moda”, diretta da Gianfranco Brunelli e curata da Cristina Acidini, Enrico Colle, Fabiana Giacomotti e Fernando Mazzocca, si avvale del lavoro del prestigioso comitato scientifico presieduto ad honorem da Antonio Paolucci e composto da Marco Antonio Bazzocchi, Silvia Casagrande, Simona Di Marco, Fabriano Fabbri, Mario Finazzi, Gioia Mori, Francesco Parisi, Paola Refice, Giorgio Restelli, Stefania Ricci, Ines Richter, Chiara Squarcina, Ulisse Tramonti.

Maggiori informazioni sul sito ufficiale: www.mostremuseisandomenico.it/arte-della-moda

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