Grido d'allarme della Uil
di Paolo Manzelli e Primo Casadei*
La lezione impartita dalla pandemia e la necessità di recuperare liste di attesa lunghissime non si concilia con la scelta di continuare a ridurre il personale. Rispetto alla fine del 2021, al 31 agosto del 2023 vi sono infatti ben 521 dipendenti in meno nella sola sanità pubblica romagnola.
La tendenza continua ad essere negativa, molto preoccupante se la si mette in relazione alle difficoltà nella gestione dei turni di lavoro e alla garanzia di ferie e permessi, agli spostamenti da un reparto e alle centinaia di ore di straordinario richiesto che sono segni inequivocabili di qualcosa che non funziona in un contesto, peraltro, nel quale malattie professionali, infortuni e assenze per malattia ordinaria sono frutto di carichi di lavoro e stanchezza psicofisica. Tutti fattori che, oltre a denotare come oggi si debba investire di più sul personale, determinano situazioni di stress e stanchezza e difficoltà nel poter coniugare i tempi di vita con quelli di lavoro.
Tutte queste problematiche si rispecchiano nelle scelte organizzative intraprese per fronteggiare all’interno dei singoli ospedali le cosiddette assenze improvvise del personale come costringere i dipendenti ad una continua reperibilità e richiami in servizio. Scelte per le quali la UIL ha già espresso le proprie preoccupazioni.
É evidente quindi che a pagarne le spese sono ancora una volta i lavoratori vittime di continui tagli che stanno sfiancando la sanità pubblica e che solo a parole la politica dice di voler finanziare mentre i fatti sembrano dimostrare il contrario. Anche su uno dei temi più attuali, come l’organizzazione dei CAU vanno trovate risposte nei confronti del personale e nell’interesse degli utenti. La bontà di questa scelta è ancora tutta da dimostrare e se da un lato cercare soluzioni per risolvere il problema del sovraffollamento dei Pronto Soccorso è fondamentale dall’altro resta da vedere se i CAU saranno la soluzione giusta o solo una ennesima soluzione tampone che non garantirà vere risposte.
Il tema degli organici rimane sicuramente il più importante, ma anche quello della migliore valorizzazione del personale e della capacità di ridare condizioni di lavoro adeguate ai lavoratori è indispensabile. La nostra Sanità soffre di un sottofinanziamento che la sta stritolando e che la UIL già da oltre un anno ha denunciato richiedendo a tutti i Consigli Comunali della nostra Regione così come alla Regione stessa di attivarsi in sua difesa. Il quadro complessivo è preoccupante e se si vuole salvaguardare davvero la sanità pubblica bisogna per prima cosa sostenere e valorizzare le lavoratrici e i lavoratori del settore che ogni giorno sono in prima linea a tutela della salute pubblica; ma per farlo la politica non si deve fermare a una difesa di circostanza ma a una vera presa di posizione che anteponga il diritto ad un sistema sanitario pubblico efficace ed efficiente ad ogni altro calcolo di opportunità.
*segretario Uil e Uil Pensionati
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