Come comandante del Covi deve occuparsi anche dell'emergenza Medio Oriente
Dal 19 gennaio 2022 il generale Figliuolo ha assunto il comando del COVI (Comando Operativo di Vertice Interforze).
All’atto dell’insediamento l’ammiraglio Cavo Dragone sottolineò il ruolo guida del COVI nella gestione pronta ed efficace del concorso della Difesa nel contrasto all’epidemia COVID 19, per poi affermare che “il COVI sicuramente incarna, nella maniera più completa, lo spirito interforze, con il coinvolgimento totale e convinto di tutte le forze armate, ovviamente nella salvaguardia delle prerogative dei capi di forza armata, ed è oggi il vero e proprio moltiplicatore delle forze della difesa, elemento che genera, coordina e gestisce le operazioni in qualunque campo siamo chiamati ad operare”. Ed in effetti il COVI rappresenta una sorta di cuore pulsante della difesa.
E’, di per sé, un compito impegnativo, ma già nel 2022 il generale Figliuolo sottolineò come “il ruolo di comandante del COVI si abbinerà a quello di commissario straordinario per l’emergenza, generando un valore aggiunto in termini di sintonia istituzionale, di coordinamento e di gioco di squadra, che sono fattori essenziali per il successo di qualsiasi impresa”.
Bene, di Figliuolo tutti ci fidiamo.
Ma proprio una settimana fa il Sole 24 ore informava di come fosse appena atterrato a Pratica di Mare il primo dei due aerei militari attivati su richiesta della Farnesina con il coordinamento del ministero della Difesa, che hanno riportano in Italia i connazionali che hanno voluto lasciare Israele. «Circa 200 italiani stanno rientrando da Israele su due aerei militari. I voli attivati su richiesta della Farnesina e coordinati con la Difesa arriveranno a Pratica di Mare» ha detto stamattina il ministro degli Esteri e vicepremier Antonio Tajani. E chi ha organizzato questo servizio di trasporto? E’ stato predisposto e coordinato dal Covi, il Comando operativo di vertice interforze della Difesa del ministero della Difesa.
Essendo stata motivatamente innalzata la soglia di attenzione in Italia, in tutte le sedi diplomatiche all’estero, nelle missioni militari di pace che ci caratterizzano, è probabile che in questi giorni (e per mesi, temiamo tutti), l’attività del COVI sia particolarmente complessa.
La domanda di fondo è quindi una sola: sicuri che il generale Figliuolo sia ancora convinto che sia possibile, oggi, in piena emergenza bellica, abbinare i due ruoli con facilità? Nessuno ha il dubbio che – anche motivatamente – l’emergenza Medio Oriente per lui prevalga rispetto all’emergenza alluvione in Romagna?
E ancora, cosa ne pensano i parlamentari eletti in Romagna e perché, assieme, non chiedono (con la classica interrogazione, magari ineditamente sottoscritta da tutti) se anche Figliuolo stesso non abbia qualche dubbio di riuscire a farcela, nelle sue giornate di 24 ore (come le nostre)?
Perché i cittadini e gli imprenditori romagnoli alluvionati, invece, qualche dubbio iniziano ad averlo.
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