I segnali sono chiari e inequivocabili
CESENA. L’ultima notizia, in ordine di tempo, è la nomina di Pietrangelo Buttafuoco come presidente della Biennale di Venezia. La decisione presa da Gennaro Sangiuliano, ministro della Cultura, è stata accompagnata da commenti entusiastici della destra. Il più significativo quello di Raffaele Speranzon, vicecapogruppo vicario dei senatori di Fratelli d’Italia. “Espugnato un feudo della sinistra” è, in estrema sintesi, il pensiero degli esponenti del partito guidato da Giorgia Meloni.
La nomina di Buttafuoco è solo l’ennesimo tassello della destra di mettere cappello su cultura e informazione. Il primo passaggio è stato l’assalto alla Rai e, col passare del tempo, sui quei ruoli guidati da persone che hanno una visione politica diversa dalla destra. Non è una novità. Da sempre chi è al governo mette persone gradite nei ruoli chiave. L’importante sarebbe affidarsi a professionalità di primo piano, cosa che non sempre pare stia succedendo. Privilegiare l’amicizia se non addirittura la parentela è un sintomo di debolezza.
Che però da parte della destra ci fosse stato un assalto al “fortino” della cultura era abbastanza prevedibile. Quello che è più grave è il tentativo di ridisegnare la storia silenziando le altre voci. Per fortuna adesso è più difficile rispetto a un passato quando tutto passava da pochi canali. Ora c’è una tale pluralità di voci che è impossibile tenere tutto sotto controllo. Quello di Fazio è solo un esempio, ma significativo. Non molti anni fa chi usciva dai radar di Rai e Mediaset avrebbe faticato ad essere protagonista. Ora non è più così. E’ per quello che ci sono le condizioni per sperare che, nonostante i tentativi della destra meloniana, non si vada verso l’introduzione del pensiero unico.
Questo post è stato letto 433 volte