Usi e tradizioni in Romagna in occasione della ricorrenza di San Martino
Sabato 11 novembre 2023, alle ore 20.30, presso Palazzo Morattini, via Armelino 33, Pievequinta di Forlì, si svolgerà un incontro dedicato alla ricorrenza di San Martino dal titolo “Par San Martèn, volta e zira, tot i bèch i va a la fira”; usi, costumi di una volta in Romagna e aneddoti divertenti in occasione dell’11 novembre raccontati da Gabriele Zelli. Intermezzi musicali di Giuseppe Tedaldi, fisarmonicista. Interverrà Serena Savoia, presidente dell’Associazione Culturale e Ricreativa Amici della Pieve, sodalizio organizzatore dell’incontro.
Ingresso libero. Al termine vin brulè e castagne per tutti i presenti.
Un tempo quella di San Martino era la notte di chiusura del periodo dell’antico capodanno celtico e in Romagna, dove la matrice etnoculturale celtica è importante, i becchi, cioè i mariti traditi, venivano chiamati fuori di casa a gran voce da gruppi di ragazzi al suono di corni e di strumenti a percussione. Secondo l’immaginazione popolare si recavano “alla fiera”, cioè in un luogo di raduno notturno dal quale, per tornare alle proprie abitazioni, correvano nella notte, braccati, cacciati e si impigliavano dappertutto, durante la fuga, con le “corna”.
Il farsi tradire dalle consorti, per le società patriarcali, di guerrieri e di cacciatori come i Celti, era ritenuto colpa e debolezza grave e i colpevoli, nei giorni di passaggio dell’anno, venivano pubblicamente accusati attraverso dei frastuoni generati dal suono di strumenti musicali e di campanacci, mentre scritte ingiuriose venivano vergate sui muri e sulle porte di casa dei mariti traditi. In questo modo si purificava la comunità cancellando le colpe e i peccati denunciandoli e punendoli.
In tempi più recenti un’altra tradizione legata al giorno di San Martino era quella di far scadere i contatti colonici proprio in coincidenza con l’11 novembre, momento adatto per traslocare perché, dopo la semina, il calendario dei lavori agricoli era ed è meno impegnativo.
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