RAVENNA. Sabato 18 novembre, alle 21, al Teatro Rasi, nell’ambito de La Stagione dei Teatri, andrà in scena lo spettacolo Alessandro. Un canto per la vita e le opere di Alessandro Leogrande.
Un lavoro di Teatro Koreja scritto da Gianluigi Gherzi e Fabrizio Saccomanno, con Fabrizio Saccomanno, Barbara Petti, Emanuela Pisicchio, Maria Rosaria Ponzetta, Andjelka Vulic. Regia Fabrizio Saccomanno, cura del progetto e consulenza artistica Salvatore Tramacere, coproduzione Ura Teatro.
Teatro Koreja attinge dal giacimento dello scrittore e giornalista tarantino, Alessandro Leogrande, impegnato nella difesa dei diritti dei migranti e nelle battaglie in favore degli ultimi della Terra. Una profonda riflessione a cui fa da sfondo una scena scura, animata da canti che si susseguono, nenie lontane, che dall’Eritrea si mescolano al dialetto di Modugno. Il racconto di un giovane che ha scelto di tenere gli occhi aperti sulla realtà che lo circonda e di dedicare la propria vita a donare luce a quello che rimane nascosto. Un viaggio nei ghetti dei migranti, persi nelle campagne, nei luoghi delle frontiere e dei muri, pratica altissima di una pietas dello sguardo.
Come ha ricordato Salvatore Tramacere, direttore di Teatro Koreja, nel corso di un’intervista che annuncia l’arrivo dello spettacolo al Teatro Rasi di Ravenna, “le persone ricordano non tanto i titoli dei suoi libri, ma lo spessore di un uomo che ha fatto, del sincero interesse per gli altri, una ragione di vita. Tempo fa, durante una conversazione, Nicola Lagioia mi faceva notare come, incredibilmente, più passavano gli anni, più cresceva l’interesse nei confronti di Alessandro. Ed effettivamente questo è un trattamento riservato a pochi, tra cui Pasolini, che è stato un profeta. Certo, si tratta di carature differenti, ma entrambi sono stati lungimiranti precursori del proprio tempo e di loro, prima dei libri che hanno scritto, si ricorda la persona”.
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