Interessante intervista di Paolo Lucchi sul Carlino
“Occorre che gli scali romagnoli facciano sistema per evitare scenari negativi per tutti. Serve una maggiore integrazione” lo ha detto Paolo Lucchi, presidente di Legacoop Romagna, in un’intervista fatta da Emanuele Chesi e pubblicata sul Carlino. La posizione di Lucchi sugli aeroporti non è una novità in assoluto. Che serva fare sistema lo sostiene da tempo. Non a caso, quando era sindaco di Cesena, rifiutò di ricapitalizzare la società che gestiva lo scalo forlivese, ma non per una questione di soldi, bensì di strategie.
Adesso, da quando è alla guida di Legacoop Romagna, non è la prima volta che fa un affondo su quella che deve essere la strategia da mettere in campo. E lo fa sempre partendo dagli stimoli arrivati dal sindaco di Rimini. La scorsa primavera Jamil Sadegholvaad propose ai due aeroporti della Romagna di incontrarsi per avviare un percorso di confronto. Il sindaco di Forlì si disse favorevole. E anche Confindustria è entrata nella partita. “Ma fino ad oggi non se n’è fatto nulla” chiosa Lucchi che poi puntualizza: “Due imprese che offrono lo stesso servizio alla stessa clientela possono sedersi attorno a un tavolo, fare progetti insieme, fare promozione in comune”. E prosegue: “Forlì e Rimini sono ovviamente in primo piano per un sistema aeroportuale unificato, che integri le piste sotto una visione strategica e imprenditoriale a sostegno del sistema economico locale. Ma anche Cesena e Ravenna hanno interesse, pensiamo al collegamento con il porto di Ravenna come hub turistico. E va coinvolto anche il sistema d’impresa”.
Non serve però l’input della Regione. Dovranno essere i territori a fare il progetto e poi chiamare in causa Bologna così, come in passato, fu fatto per Romagna Acque e l’Ausl Unica. Insomma, la vicenda aeroporti va inquadrata all’interno di un disegno più ampio: serve una Romagna forte all’interno di una Regione ancora più forte, con la nascita, come afferma Lucchi nell’intervista, di un coordinamento istituzionale in cui discutere i temi che riguardino il futuro di tutte le nostre comunità, per valorizzare al meglio le potenzialità esistenti. Un coordinamento che potrebbe potenziare i settori di punta della Romagna, dal turismo all’agroalimentare, passando per il wellness, eliminando una concorrenza che, fino ad oggi, ha portato solo a complicazioni e spese inutili”.
Il “Sistema Romagna” non è una novità. Se ne parla da tempo, ma non si è mai concretizzato nulla, spesso per una visione troppo campanilistica e egoistica degli amministratori locali. Ma questo potrebbe essere il momento giusto per quagliare facendolo diventare uno dei punti qualificanti delle prossime elezioni regionali.
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