RAVENNA. Venerdì 24 maggio, alle 19, al Teatro Rasi, andrà in scena una puntata speciale di Storie di Ravenna fortemente voluta dall’assessorato all’immigrazione del Comune di Ravenna nell’ambito del Festival delle Culture, in collaborazione con le associazioni della Diaspora.
Lo spettacolo, che prende il titolo da una frase di Italo Calvino – Se alzi un muro pensa a cosa lasci fuori – si proprone di raccontare con sfumature diverse, grazie a numerose testimonianze, gli arrivi che hanno segnato la storia della città. A cominciare dal suo patrono, S.Apollinare, protovescovo di Ravenna, primo evangelizzatore dell’Emilia-Romagna, proveniente dalla Siria.
Protagonisti saranno gli storici Enrico Cirelli, Giovanni Gardini e Laura Orlandini; con loro Laura Gambi e Raffaella Sutter, che per anni hanno lavorato su questi temi toccando con mano i flussi migratori a partire dagli anni ’80 in poi. A portare la loro diretta testimonianza saranno Titilope Hassan, mediatrice culturale arrivata in Italia dalla Nigeria a metà degli anni ’90, Sokol Palushaj, albanese, ex consigliere aggiunto del Comune di Ravenna, Alma Pushaj, oggi vicepresidente della cooperativa Terra Mia, e Charles Tchameni Tchienga, presidente della onlus Il Terzo Mondo. Sul palco, a dare il ritmo ai singoli interventi, partecipando a sua volta, ci sarà lo scrittore Tahar Lamri, intellettuale di origine algerina e ravennate d’adozione.
Il progetto è iniziato circa sei mesi fa grazie all’incontro tra Casa delle Culture, il regista Alessandro Argnani, Tahar Lamri, il videomaker Alessandro Penta e le associazioni della Diaspora di Ravenna. Centinaia di testimonianze che hanno ispirato lo spettacolo e che entreranno a far parte di un documentario che verrà presentato in autunno e proposto alle scuole dalla Casa delle Culture.
La regia è di Alessandro Argnani con la collaborazione di Federica Ferruzzi, video e immagini sono di Alessandro Penta. Interventi musicali dal vivo di Benedito Ovidio Da Silva Pereira, Nataliia Krasovska, Moussa N’Daye, Adama Gueye, Fallou Diop e un coro di cittadini senegalesi.
Lo spettacolo è a cura di Ravenna Teatro.
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