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Se il Governo non fa retromarcia a rischio il futuro dei settori giovanili a partire da quello del Cesena

La denuncia di Luca Percassi, Ceo dell'Atalanta

Se il governo non interverrà è a rischio il futuro del settore giovanile di molte squadre. Quindi, in ballo c’è il futuro del calcio. A lanciare l’allarme non è un un vetero comunista o un fiero oppositore dell’attuale governo nazionale, ma Luca Percassi, Ceo dell’Atalanta,  unanimemente considerata la società modello del calcio italiano. Secondo il dirigente c’è la necessità di interventi normativi per proteggere gli investimenti dei club e sostenere la crescita del calcio italiano.

Il problema è l’abolizione del vincolo nel settore giovanile da parte del Governo, provvedimento che ha creato grande preoccupazione tra le società calcistiche che investono nei giovani talenti. La posizione di Percassi è stata rilanciata da TuttoAtalanta.com.

Secondo Percassi l’abolizione del vincolo nel settore giovanile sta creando un danno incredibile. Il Governo – ha detto a TuttoAtalanta – aveva promesso di occuparsi della questione, ma finora non ha risolto nulla. Questo lascia tutte le società, inclusa la nostra, in una situazione di grande incertezza.

Per club come l’Atalanta, ma lo stesso discorso vale per il Cesena, che investono molto nel settore giovanile, il rischio è enorme. Abbiamo sempre puntato sui giovani, molti dei quali sono arrivati in prima squadra e continueranno a farlo. Ma senza una regolamentazione chiara, diventa difficile proteggere questi investimenti e garantire la crescita del vivaio.

Il vincolo sportivo è quello che assume il giovane calciatore al momento del tesseramento per una squadra di calcio. In precedenza i calciatori con la qualifica di “giovani di serie” (a partire, quindi, dal 14º anno di età) assumevano un vincolo fino al termine della stagione sportiva che ha inizio nell’anno in cui il calciatore compie anagraficamente il 19º anno di età.

Adesso il ragazzino è vincolato per due stagioni sportive, se ha acquisito tale qualifica prima del compimento del 15º anno di età e, negli altri casi, per una stagione salvo che abbia sottoscritto un contratto di apprendistato della durata massima di tre anni. Va da sé che queste sono regole che favoriscono le grandi società, ma anche i procuratori. Il caso più eclatante è forse quello di Francesco Camarda, giovane punta del Milan autore di oltre 500 gol. Nel marzo scorso ha compiuto sedici anni e subito è partita un’asta attorno al suo nome. Pare che il Milan riesca a trattenerlo ma garantendo un ingaggio importante. L’alternativa sarebbe stata perderlo a zero. Ma una società strutturata come quella rossonera ha potuto resistere, cosa che non sarebbe riuscita la stragrande maggioranza del calcio professionistico. 

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