RAVENNA. La storia della musica, come ogni storia, è disseminata di assenze. Rischiava di rimanere fra queste anche Vicente Lusitano, compositore cinquecentesco (soprannominato “el pardo” per il colore della sua pelle) noto ai musicologi portoghesi ma spesso omesso in altri studi.
Sabato 1 giugno, alle 21.30 nella Basilica di San Vitale, il concerto del Marian Consort è un’occasione unica per scoprire la “voce” del primo compositore di discendenza africana le cui partiture furono pubblicate in Europa. Se di Lusitano, che fu anche teorico musicale e uomo di fede, si perdono le tracce dopo il 1561, il suo lavoro è oggi oggetto di riscoperta e al centro dell’omaggio dell’ensemble vocale britannico diretto da Rory McCleery. Per questo concerto, il Marian Consort accosta Lusitano ad altri compositori portoghesi come Dom Pedro de Cristo o João Lourenço Rebelo, il cui lascito fu in buona parte distrutto nel terremoto di Lisbona del 1755, ma anche al Palestrina della Roma pontificia (alcuni storici ipotizzano che Lusitano lavorò come precettore presso una delle tante famiglie patrizie portoghesi integrate nella società capitolina), Tomás Luis de Victoria, Ghiselin Danckerts e Nicola Vicentino.
Domenica 2 giugno, alle 11.15 nella Basilica di S. Francesco, The Marian Consort sarà impegnato nel primo degli appuntamenti di In templo Domini, il calendario di liturgie domenicali che accompagna il Festival settimana dopo settimana. In occasione della festività del Corpus Domini, il Marian Consort propone l’Ordinarium Missae di Tomás Luis de Victoria, accanto a brani di Dominique Phinot, Dom Pedro de Cristo e Ghiselin Danckerts.
Di Vicente Lusitano si trova traccia nella Bibliotheca Lusitana, un’enciclopedia del Portogallo che il prete e storico Diogo Barbosa Machado compilò a metà Settecento. Basta il titolo dell’enciclopedia a suggerirci quanto mistero circondi Lusitano: il suo cognome significa infatti “portoghese” e nulla più. In una delle fonti utilizzate da Machado, Lusitano era però soprannominato “pardo”, parola con cui si indicavano individui di sangue misto. Il termine era piuttosto comune, dato che il Portogallo era coinvolto nella tratta degli schiavi e non era quindi raro avere padre portoghese e madre africana. Machado però decise di omettere questo dettaglio sulle origini di Lusitano. Omissione casuale o intenzionale, magari nata dalla riluttanza ad attribuire valore a un compositore non bianco? Certo è molto probabile che la ragione per cui Lusitano non riuscì a ottenere posizioni ufficiali in Portogallo avesse proprio a che fare con le sue origini, nonostante sia stato un importante teorico della musica, con particolare attenzione al contrappunto, e vincitore di una celebre disputa sul canto contro Nicola Vicentino.
Fondato e diretto da Rory McCleery, The Marian Consort è un ensemble vocale che si misura con repertori che vanno dal XII secolo ai giorni nostri, dedicando energie alla riscoperta e valorizzazione di compositori marginalizzati o poco conosciuti (come, oltre a Lusitano, Raffaella Aleotti e Jean Maillard). Il Marian Consort ha eseguito oltre trenta composizioni in prima assoluta e negli ultimi anni ha anche commissionato nuovi lavori. Collabora inoltre con solisti ed ensemble – come Daniel Pioro, Britten Sinfonia e l’Illyria Consort – ed esperimenta al di là dei tradizionali confini dell’esibizione, per esempio con installazioni immersive o concerti narrativi. Il TMC è regolarmente in onda su BBC Radio 3 e vanta quindici incisioni.
A proposito di raffinatissime riscoperte, venerdì 7 giugno La Stagione Armonica diretta da Sergio Balestracci propone l’Amfiparnaso del modenese Orazio Vecchi, ovvero l’inedito tentativo di mettere in musica i caratteri della commedia dell’arte italiana, combinando nello stesso lavoro tragico e comico in una via di mezzo tra madrigale e melodramma.
Info e prevendite: 0544 249244 – www.ravennafestival.org
Biglietti: posto unico non numerato 25 Euro (ridotto 22 Euro)
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