RAVENNA. È a lei che rimanda uno dei cielo stellati più celebri della storia dell’arte, quella preziosa volta musiva che da secoli incanta i viaggiatori che approdano a Ravenna, soggiogandone l’attenzione, proiettandone la fantasia in un tempo lontano eppure ancora vibrante nei colori degli antichi mosaici.
Come ancora attuale appare la vita avventurosa di Galla Placidia, figlia, sorella, moglie e madre di imperatori. Ed è proprio lungo la sua straordinaria vicenda che si dipana e articola Dilexi la sacra rappresentazione in scena per la prima volta martedì 2 luglio e ogni giorno fino a domenica 7 luglio (sempre alle 19) nello spazio della Basilica di San Giovanni Evangelista, edificata proprio da Placidia quale voto dopo il naufragio nel ritorno da Costantinopoli. “Storia di Galla Placidia in sette quadri” recita il sottotitolo del lavoro per soprano, baritono, coro ed ensemble, che Ravenna Festival ha commissionato al compositore Danilo Comitini e, per i testi e la drammaturgia, a Francesca Masi. L’interpretazione è affidata al soprano Laura Zecchini e al baritono Gianandrea Navacchia diretti da Antonio Greco a capo del Coro & Ensemble 1685 del Conservatorio Giuseppe Verdi di Ravenna, a cui si aggiungono Agnese Contadini all’arpa e Raffaele Damen alla fisarmonica.
“Dilexi”, ho amato, è l’ultima parola pronunciata in punto di morte da Teodosio, l’amato padre di Placidia, ed è il punto di partenza di una sacra rappresentazione costruita su fonti reali ma avvolte da una dimensione immaginativa, in cui la protagonista e le voci del suo tempo si incarnano nel canto e nella musica, «attraversando sette visioni, sette dialoghi immaginati dai quali – come spiega il compositore Danilo Comitini – emergono i molteplici volti ed espressioni della protagonista e del suo tempo. E in cui il dialogo si fa canto attraverso la musica, che vive tra i personaggi della scena ponendosi in ascolto delle loro parole e mettendone in luce le tensioni ma anche il loro profondo significato di fede». Con forza emerge una protagonista che, come sottolinea Francesca Masi, «è una donna vissuta nel fecondo confine di due epoche, che lascia il tempo antico della classicità per addentrarsi nell’Evo di mezzo, che passa dalle dispute dei filosofi ai grandi concili della nascente cristianità, dai templi degli dei alla chiesa di Dio; ponendosi quindi in quel passaggio fertile a cui la civiltà europea deve il proprio fondamento».
Sette quadri, che nascono ognuno dalla voce del coro cui, come una meditazione, sono affidate le sette ultime parole di Cristo sulla Croce. In un viaggio nel tempo, lungo la vita di Placidia, ma anche nello spazio, toccando le città che ne accolsero il passaggio – Milano, Roma dove morì, Barcellona, Ravenna, Costantinopoli. E attraverso le voci di interlocutori immaginari che nel dialogo permettono di indagare nel cuore e nella mente della protagonista: Ambrogio, Girolamo, Agostino, Pier Crisologo, Giovanni, Ipazia, infine Papa Leone, di fronte al quale Placidia si ricongiunge al corpo del piccolo figlio morto, Teodosio, lo stesso nome del padre, in una fatale circolarità della vita e del destino.
Info e prevendite: 0544 249244 – www.ravennafestival.org
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