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L’inventario delle nuvole è un inno alla vita slow

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Diffonde serenità e bellezza

Un inno alla vita slow. Leggere “L’inventario delle nuvole” di Franco Faggiani (292 pagine, Fazi editore)  è gradevole e rilassante. Ti regala un’ immersione nell’esistenza di un secolo fa, quando la vita aveva ritmi molto più compassati e legati al ciclo  delle stagioni. La sintesi migliore forse è stata fatta da Luca Mercalli che ha scritto: Franco Faggiani diffonde serenità e bellezza, e ci fa recuperare la voglia di immergersi nella contemplazione della natura. In effetti, il volume, finalista del Bancarella, regala la capacità di vivere lentamente e di godere delle piccole e naturali manifestazioni della vita e dei suoi colori e profumi.

È ambientato nel periodo della prima guerra mondiale. Teatro sono le malghe piemontesi in un periodo in cui gli spostamenti avvenivano soprattutto a piedi o, al limite, in groppa muli o, quando andava benissimo, su dei calessi. Ma, soprattutto, dove gli abitanti spesso sopravvivevano nella assoluta miseria.

Sono pagine dense di odori, memorie,  paesaggi e riflessioni dove, come scrive Sergio Pent su La Stampa, nessuno cerca l’essenza della vita, ma solo il modo giusto per rimediare i suoi errori.

Inoltre, ti permette di addentrarsi in un lavoro ormai scomparso: la raccolta dei pels, i capelli che, lavorati durante l’inverno, saranno rivenduti in primavera agli atelier delle grandi città per farne delle parrucche. 

Sia chiaro, non aspettatevi una trama al cardiopalma o un susseguirsi di intrecci e misteri da risolvere. Il libro è un meraviglioso acquerello impressionista, composto da tanti piccoli elementi, semplici nella loro essenzialità, che una volta osservati da lontano contribuiscono a creare un’immagine di pace e serenità che fa viaggiare verso luoghi (e tempi) più semplici e, forse, più felici.

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