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Pici all’aglione, una delizia per il palato

Il miglior piatto toscano

Una vacanza in Toscana è una gioia per il palato. Quando le papille gustative sentono i profumi della Valdichiana o della Valdorcia vanno in sollucchero. Sanno che per qualche giorno saranno piacevolmente sollecitate. A tavola c’è solo l’imbarazzo della scelta Le proposte sono tantissime a partire dalla regina: la fiorentina di chianina. Ma c’è tanto altro. Restando sulla carne c’è la tartare, poi quella di cinta senese, suini dai quali si producono salumi sopraffini. Nella zona di Firenze imperdibili  i panini con il lampredotto. Ma anche i fagioli all’uccelletto. Senza parlare della superba pappa al pomodoro.

Ma c’è un piatto al quale non saprei rinunciare: i pici all’aglione. Sono straordinari, grazie all’aromaticità garantita dall’aglione. I pici (a Montalcino sono i pinci) sono strozzapreti più lunghi. L’aglione è prodotto nella Val di Chiana che si estende tra le province di Arezzo, Siena e Perugia. La pianta si caratterizza per spicchi molto più grandi di quelli dell’aglio comune. Pesano 70-80g e i bulbi interi arrivano fino a 500 grammi. La coltivazione è ripresa con vigore negli anni ‘90. Nel 2017 è stata istituita l’Associazione per la Tutela e la Valorizzazione dell’Aglione. La semina inizia tra la seconda metà di ottobre e la prima metà di novembre. La raccolta avviene nei mesi di giugno e luglio.

L’aglione è più dolce e molto meno invasivo dell’aglio classico. Non va fatto soffriggere. Prima va preparato il sugo di pomodoro per poi far montare l’aglione con un po’ d’acqua e inserirlo nel sugo solo a fine cottura perché le alte temperature fanno perdere la sua incredibile varietà di aromi.

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