Intervento di Graziano Gozi
di Graziano Gozi*
Sagre, fiere e mercatini accompagnano i fine settimana autunnali del territorio: c’è solo l’imbarazzo della scelta. I frequentatori, comprensibilmente, quando la proposta è ripetitiva e concentrata sui cibi, faticano a distinguere una manifestazione dall’altra. In questo contesto, il “Festival Internazionale del Cibo di Strada” di Cesena, organizzato da Confesercenti e Slow Food nei giorni scorsi, ha l’ambizione di distinguersi. Una manifestazione che ha l’obiettivo di valorizzare i prodotti gastronomici semplici ma di assoluta genuinità delle regioni italiane e di tutto il mondo ricercando chi vanta una grandissima tradizione in questo tipo di cucina.
Il Festival è nato nel 2000 ed è la prima manifestazione dedicata in Italia a questo tipo di proposta. Oggi un po’ tutti parlano di cibo di strada ed organizzano iniziative su questo tema ma quello di Cesena resta il più originale, importante ed apprezzato appuntamento, che si distingue anche per l’organizzazione di incontri e show cooking ad ingresso gratuito, grazie alla consolidata collaborazione con Slow Food e con Vittorio Castellani, giornalista “gastronomade”. Il “Premio Gianpiero Giordani”, in memoria dell’instancabile animatore del Festival scomparso prematuramente, si pone proprio l’obiettivo di tenere alta l’asticella della qualità, grazie ad una giuria di esperti che assaggia e valuta le proposte che si trovano al Festival.
Ogni anno si aprono discussioni, talvolta polemiche (specie sui social) che non tengono conto del grande sforzo organizzativo per realizzare l’evento e non rispettano il lavoro di chi, per esempio, parte dalla provincia di Messina e viene a Cesena per proporre un panino preparato con prodotti del suo allevamento con una razza presidio Slow Food di quel territorio. Qualcuno invoca manifestazioni culturali (ben vengano in qualsiasi modo e forma!) come se queste dovessero essere alternative al Festival; altri denigrano la manifestazione, esternando con profonda ignoranza commenti impietosi.
A tutti vogliamo dire: sediamoci attorno ad un tavolo e proponiamo idee per fare crescere la manifestazione. Il Festival è per Cesena, per far vivere ai visitatori un bel fine settimana nella nostra città. Ha una storia invidiabile, in tanti lo vorrebbero ospitare. Custodiamolo e facciamolo crescere, affiancando al cibo di qualità altri contenuti, a beneficio di un centro storico che come altre città sta soffrendo la desertificazione commerciale. Gli eventi non risolvono i problemi ma possono aiutare ad aumentare la capacità attrattiva e a valorizzare Cesena.
*direttore Confesercenti d’Area Ravenna•Cesena
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