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A Filippo La Mantia il Premio Artusi 2024

La consegna sabato a Casa Artusi

Va a Filippo La Mantia il Premio Artusi 2024 per il suo grande impegno volto a mettere al centro la cucina come veicolo di pace, solidarietà e tolleranza, con particolare riferimento al mondo delle carceri italiane.

La cerimonia di consegna, prevista sabato 19 ottobre alle ore 17 in  Casa Artusi, vuole essere anche  un‘occasione di approfondimento  sul  tema. A seguire un viaggio musicale, tra il blues e il rock, con la chitarra acustica e la voce di Giuseppe Scarpato, chitarrista e produttore tra i più apprezzati in Italia, con sorpresa finale che coinvolge anche il Premio Artusi 2024.

Per concludere aperitivo con caponata e cous cous (ricetta artusiana n 47) a cura di Casa Artusi e Filippo La Mantia. L’ingresso è libero, consigliata prenotazione. 

Filippo La Mantia, oste e cuoco come ama autodefinirsi, ha una storia personale e pubblica straordinaria che lo lega al cibo, alla cucina e alla solidarietà.

Fotoreporter di mafia nella Palermo negli anni delle stragi, viene incarcerato ingiustamente (verrà poi scagionato da Giovanni Falcone) e in carcere inizia a cucinare per i compagni di cella. Una volta uscito, questa diventerà la sua professione ma la “cucina nelle case circondariali” rimarrà un progetto che ha mantenuto vivo nel tempo andando a cucinare una volta all’anno nelle carceri italiane. È proprio il progetto: “L’altra cucina, per un pranzo d’amore”, organizzato assieme a Prison Fellowship e per il suo impegno a portare nelle carceri la valorizzazione della cucina, della sua biodiversità e della convivialità nel rispetto dell’essere umano privato della libertà mettendo al centro un mondo sconosciuto che spesso si vuole dimenticare e isolare che vuole essere al centro del riconoscimento della Città Artusiana.  Filippo La Mantia ha dimostrato grande sensibilità sociale cucinando negli ospedali, per i più poveri durante il covid, per iniziative contro lo spreco alimentare considerando la cucina come veicolo di pace e tolleranza.

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