Il Dio dei nostri padri
In premessa servono alcuni chiarimenti: Cazzullo è una grande penna, probabilmente questo non è il suo miglior libro, ma non è male. Con “Il Dio dei nostri padri” (328 pagine, edizioni Harper Collins) Cazzullo dimostra che la Bibbia è avvincente e che le Sacre scritture non sono solo un testo religioso, ma molto di più. Dopo aver letto il volume si è portati a dare ragione a chi la considera un’autobiografia di Dio del quale si scoprono lati che oltre ad essere sconosciuti ai più, sono, per certi versi, una sorpresa.
Il merito dell’autore è guidare il lettore alla scoperta del testo rendendolo accessibile anche grazie soprattutto ai continui rimandi all’attualità, alla vita di tutti i giorni e anche ai capolavori dell’arte. Ce ne sono tantissimi che raffigurano episodi narrati nella Bibbia.
È una lettura che non annoia. C’è di tutto. La creazione, Adamo ed Eva, la cacciata dall’Eden, Caino e Abele, Noè e il diluvio. La storia di Giacobbe che lottò con Dio e di Giuseppe che svelò i sogni del faraone. Mosè, le piaghe d’Egitto, il passaggio del Mar Rosso, i dieci comandamenti. E poi la conquista della terra promessa, da Giosuè che espugna Gerico a Davide che taglia la testa di Golia, da Sansone, l’eroe fortissimo ma tradito dal suo amore, a Salomone che innalza il tempio. Cazzullo rievoca storie dal fascino millenario. E racconta le grandi donne della Bibbia: Giuditta che taglia la testa al condottiero nemico, Ester che salva il popolo dallo sterminio, Susanna che fa condannare i suoi molestatori. E poi l’angelo che salva Tobia e il diavolo che tormenta Giobbe, l’amore del cantico dei cantici e la disillusione dell’Ecclesiaste (“tutto è vanità”). Sino alla grande speranza della resurrezione, e di un salvatore che viene a riscattare l’umanità: per i cristiani, Gesù.
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