Giuliano Zignani (Uil) critico con le scelte fatte all'inizio degli anni Novanta
Il sasso nello stagno lo ha lanciato Giuliano Zignani. L’ex segretario della Uil non è mai stato banale. Inoltre ha una memoria storica del territorio da fare invidia. Un mix che può diventare esplosivo quando si tratta di fare le pulci alle scelte fatte.
L’ ultimo intervento, in ordine di tempo, riguarda la provincia e Zignani lo ha fatto su Facebook. Ha scritto: Cesena poteva diventare Provincia nel riordino Istituzionale di oltre 20 anni fa quando Rimini diventò Provincia, allora fecero una vera spartizione politica tra cesenati e forlivesi. Cesena aveva tutte le caratteristiche per rivendicare il suo ruolo autonomo e diventare Provincia, infatti negli anni Cesena e il suo territorio ha perso molti servizi, vedi INPS, vedi Dogana, vedi Camera di Commercio , vedi Questura ecc ecc. Ebbene ora ritornare sul tema è corretto solo se si parte dagli anni 90’ e dai pastrocchi fatti allora per sistemare qualche “sedia” a scapito di un territorio vivo e dinamico come quello cesenate.
Un’ analisi spietata, ma puntuale. È una vicenda che lui conosce bene in quanto faceva parte di quel gruppo di repubblicani che, in contrasto con il partito, erano entrati nel comitato che si batteva per far diventare Cesena provincia. La decisione fu presa nel 1992, ma la battaglia politica risale a qualche tempo prima. In effetti Cesena avrebbe avuto le condizioni per diventare provincia. Ma la scelta politica fu un’altra. Si optò per quella che veniva definita provincia bipolare. In pratica a Forlì restarono i servizi: Prefettura, Questura, Inps, Camera di commercio, tribunale, ecc. Cesena ebbe delle sezioni distaccate che, però, con il passare del tempo sono state quasi tutte smantellate.
Il Cesenate però ebbe le poltrone. La guida dell’ente andò al savignanese Sarpieri. Ma nella partita ci finirono anche degli assessorati regionali. Fu un bene o un male? Il problema è soprattutto uno: col passare del tempo sono state smantellate quasi tutte le sedi dei servizi che hanno la sede a Forlì. Ai posteri l’ardua sentenza. Una cosa però è certa: adesso pensare ad un riequilibrio è pura fantasia.
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