I giorni di Vetro: uno dei libri più belli che abbia letto

Ambientato a Castrocaro nel Ventennio fascista

A volte è molto crudo, in alcuni passaggi forse troppo. Ma “I giorni di Vetro” (434 pagine, edizioni Einaudi) di Nicoletta Verna è un libro molto bello. Tra i migliori che abbia letto. E’ stato vincitore del premio Manzoni al romanzo storico 2024. Ma la presenza sarebbe stata più che giustificata anche in kermesse più blasonate, a partire da Strega e Bancarella. 

E’ una storia che non da tregua ed è caratterizzata da tanto dolore, dolcezza e coraggio. Ci sono personaggi indimenticabili interpreti delle atrocità del fascismo. Lo stile è essenziale e scorrevole e non stonano le numerose espressioni dialettali che, anzi, proiettano il lettore in quei luoghi. Certo, i romagnoli sono facilitati nella comprensione. Inoltre l’autrice ha la capacità di intrecciare la narrativa storica con l’analisi sociale. E fa emergere le tantissime sfaccettature della natura umana.  

La particolarità (o unicità) è la doppia narrazione in prima persona in una trama che con il passare delle pagine si intreccia sempre più. E’ ambientato a Castrocaro nel periodo del fascismo. 

La protagonista è Redenta, ingenua, ma che con il suo sguardo sbilenco vede ciò che gli altri ignorano. La sua vita incrocia quella di Iris (il riferimento a Iris Versari è inevitabile), partigiana nella banda del comandante Diaz. Nella storia si intrecciano ventennio, guerra e prevaricazione maschile. 

Questo post è stato letto 18 volte

Commenti Facebook
Avatar photo

Davide Buratti

Davide Buratti, giornalista professionista, fondatore della Cooperativa Editoriale Giornali Associati che pubblica il Corriere Romagna, di cui dal 1994 e per 20 anni è stato responsabile della redazione di Cesena. Oggi in pensione scrive di politica, economia e attualità a 360 gradi nel suo blog per Romagna Post. Per contatti utilizzate il box commenti sotto gli articoli.