Il limite dei trenta funziona. A Bologna crollo dei decessi

Il bilancio un anno dopo l'introduzione del divieto

Ha avuto ragione il sindaco di Bologna: il limite dei 30 funziona. Il bilancio parla chiaro. È stato fatto dopo un anno dall’introduzione del divieto. I numeri parlano chiaro: calo del 49 per cento del numero delle persone decedute sulla strada toccando su base annua il minimo storico dal 2013 a oggi, escludendo il periodo del Covid. Inoltre per la prima volta dal 1991 nessun pedone è stato ucciso sulle strade di Bologna e si riducono del 16% quelli investiti. Tutto questo perché a 30 km/h la mortalità è praticamente residuale e avviene soltanto in meno del 10% dei casi in cui l’impatto equivale a una caduta dal primo piano, mentre a 50 km/h la collisione coincide con una caduta dal terzo piano e la probabilità di incidente mortale cresce oltre il 50%

In calo di oltre il 13% gli incidenti stradali e i feriti di poco più dell’11%. Diminuiscono del 31% gli incidenti più gravi. Poi si abbassa l’inquinamento più legato al traffico urbano (-29%). Ci sono poi altri dati interessanti: impennata dell’utilizzo del bike sharing (+69%) e del car sharing (+44%) e dei viaggi sul servizio ferroviario metropolitano nell’area urbana di Bologna (+31%). Aumentano anche gli spostamenti in bicicletta (+10%), mentre quelli coi mezzi pubblici su gomma e gli abbonati TPER risultano stabili rispetto al 2023. Insomma, cresce la mobilità alternativa e meno inquinante.

Certo, rispettare il limite dei trenta non è facilissimo. Non per cattiva volontà, ma per oggettive difficoltà e anche in considerazione del fatto che non c’è l’abitudine ad andare a quella velocità. Si tratta di abituarsi e in questo sono avvantaggiati i residenti. Ma il fine giustifica i mezzi.

Se lo scopo è quello di tutelare gli utenti deboli della strada, convincono meno i semafori con telecamera. Per carità, è positivo tutto quello che è fatto per contenere la velocità. Ma i semafori con telecamera danno l’impressione di essere più un tentativo di fare cassa. Soprattutto quando vengono tarati in modo repressivo. 

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Davide Buratti

Davide Buratti, giornalista professionista, fondatore della Cooperativa Editoriale Giornali Associati che pubblica il Corriere Romagna, di cui dal 1994 e per 20 anni è stato responsabile della redazione di Cesena. Oggi in pensione scrive di politica, economia e attualità a 360 gradi nel suo blog per Romagna Post. Per contatti utilizzate il box commenti sotto gli articoli.