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CERVIA. Giovedì 20 febbraio alle ore 21, per la rassegna Teatri d’Inverno – sguardi sulla drammaturgia contemporanea, il Teatro Comunale Walter Chiari ospita lo spettacolo Figli di Abramo (Abrahams Barn), una produzione del Teatro del Loto.
Nella sola Norvegia, Abrahams Barn di Svein Tindbergha superato i 150.000 spettatori, diventando un vero e proprio “Blockbuster” del Teatro di narrazione. Tradotto e diretto da Gianluca Iumiento, adattato e interpretato, in esclusiva per l’Italia, da Stefano Sabelli,Figli di Abramo è una sorta di Mistero Buffo incentrato su vita e dinastia di Abramo, Patriarca e Profeta comune all’Ebraismo, al Cristianesimo e all’Islam.
Il monologo mette in scena il diario di viaggio di un attore, che da Gerusalemme si mette alla ricerca dell’Abramo perduto. La storia dell’uomo che da 4 millenni è riferimento di fede per miliardi di persone sulla Terra, è narrata in modo colto ma pure con grande ironia e divertimento. Sono così, rievocati mito e leggenda del primo profeta monoteista dell’Umanità. Un vero innovatore che a Ur dei Caldei, dov’era nato, in Mesopotamia, rifiutò l’idolatria dei suoi tempi, per credere in un solo e unico Dio creatore.
Da ribelle ai facili idoli, Abramo, divenne, per questo, il primo esule braccato dell’Umanità e il suo perenne peregrinare – dalla Mesopotamia all’Egitto, dalla Cisgiordania alla Penisola arabica, dal Mar Rosso al Mediterraneo – fu teso alla ricerca e all’approdo della Terra promessa.
Figli di Abramo, indaga l’origine delle tre grandi fedi monoteiste, entrando nel merito della loro comune discendenza abramitica. Racconta però anche la Storia di conflitti perenni e incomprensibili fra popoli, perpetrati in nome dello stesso Abramo, dei suoi figli – Ismaele e Isacco – e poi dei figli dei suoi figli. Popoli che, dalla lettura comparata e spesso sorprendente dei testi sacri, Torah, Vangelo, Corano, dovrebbero considerarsi fratelli gemelli.
Tutti i tre grandi testi monoteisti, in realtà, indicano Abramo come patriarca e capostipite, sia delle 12 tribù d’Israele, da cui nasce e si diffonde prima il Giudaismo e poi il Cristianesimo, sia delle 12 tribù arabiche, da cui nasce e si diffonde l’Islam. Tutti i discendenti di tali tribù si considerano perciò, giustamente, “figli di Abramo”. Il Problema, semmai, è nel fatto che ognuno racconti poi la Storia di Abramo – Abraham o Ibrahim, che dir si voglia – pro domo sua… Anzi, pro fede sua!
In Europa, come in Medio Oriente, o ovunque i Figli di Abramo oggi vivano, più che raccontare i danni procurati da integralismi e conflitti di religione bisognerebbe, perciò, cercare di narrare la storia di una florida interazione culturale, intellettuale e spirituale, dove le tre grandi fedi, vivendo vicine, l’una accanto all’altra, si sono in realtà reciprocamente arricchite di valori comuni e universali che, insieme, hanno segnato molto del cammino dell’Umanità.
Temi che questo spettacolo affronta fin dalle prime battute, affascinando con una affabulazione fatta
di mille storie e mille miti, connessi con Abramo, che s’intrecciano fra loro, generando nuove storie e nuove tradizioni. Miti e Riti che ci sembra, forse, di aver dimenticato ma che sono fondamento e DNA delle nostre civiltà, delle nostre comunità, delle nostre complessità.
Biglietti: prevendite e prenotazioni telefoniche (tel. 0544 975166) da mercoledì 19 febbraio dalle ore 10 alle ore 13 presso gli uffici del Teatro Comunale con ingresso dal Viale della Stazione.
Prevendite on line: www.vivaticket.it
Prezzi: 10 euro (intero); 5 euro (ridotto per under 29).
Info: 0544/975166 e www.accademiaperduta.it
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