2 Aprile 2025

Basta con il condizionale. Da quando la cronaca nera imperversa in tivù il verbo è sempre più usato. E’ quello che i linguisti chiamano “condizionale da dissociazione”. L’obiettivo è prendere le distanze da una notizia non verificata: avrebbe mentito suo alibi, ci sarebbe anche un complice. Obiettivo principale è evitare le querele. Una scorciatoia che lascia perplessi. Bisogna partire dal presupposto che il condizionale è un modo verbale della lingua italiana che si usa per indicare un evento che si verifica solo se prima è soddisfatta una determinata condizione: verrei volentieri da te, se non ci fosse lo sciopero dei mezzi pubblici;  mangerei, se ci fosse qualcosa di buono.

Invece si ha la sensazione che dietro ogni condizionale ci sia un indicativo imbrigliato, o malamente camuffato. Si lanciano congetture, illazioni, si riscopre l’inventario degli stereotipi inquisitoriali, si accusa e si spettegola, ma lo si fa dietro lo schermo gentile di tutti quegli avrebbe e di quei sarebbe, illudendosi così di far cosa civile.

Ma non si fa buon servizio al lettore usando termini come “sarebbe accaduto”, “avrebbe detto”, “non sarebbe vero che”. Il lettore però vuole fatti, non ipotesi confuse. La soluzione invece è semplice: citare la fonte. Ma non sempre è possibile farlo perché spesso bisogna tutelarla. Ma se questa è affidabile o la notizia è stata ampiamente e accuratamente verificata non si capisce per quale motivo si debba usare il condizionale che è brutto soprattutto perché sovente dà l’impressione di essere usato per non aver individuato o verificato  la fonte.

E’ però anche vera un’altra cosa: ci sono sempre meno le condizioni per fare quel tipo di giornalismo. Verificare fonti e notizie comporta un lavoro lungo. Cosa che è sempre più difficile da quando tagli indiscriminati hanno colpito le redazioni. Al crollo dei ricavi gli editori rispondono con la continua riduzione degli organici a discapito della qualità del prodotto. Si ha la sensazione di essere di fronte ad un cane che si morde la coda. Un problema che potrà essere risolto solo con un’adeguata legge dello Stato. Un provvedimento che sia consapevole che l’editoria è cultura e non va trattata come un’impresa tradizionale.

Questo post è stato letto 174 volte

About The Author

1 thought on “C’è un abuso del condizionale

  1. Gentile Davide,
    sono Fabrizio Marcheselli, giornalista professionista come te da tanti anni (io 26 abbondanti). Abbiamo corso insieme almeno due staffette podistiche per ricordare le vittime della strage alla stazione di Bologna “2 agosto 1980”. Le nostre tratte erano Cesena-Panighina, mi pare nel 2017 e 2018.
    Innanzi tutto desidero complimentarmi con te per questo articolo sull’abuso del condizionale. Ne condivido il contenuto, in quanto tuo collega innamoratosi del giornalismo cartaceo quando ancora c’era la possibilità di approfondire le notizie ed esprimersi correttamente citando le fonti, senza dover ricorrere al condizionale come versione ipocrita e deresponsabilizzante dell’indicativo.
    È anche vero che oggi, purtroppo, oltre ai tagli economici sferrati con la mannaia al nostro settore e di conseguenza alla qualità degli articoli, l’eccesso diffuso del linguaggio politicamente corretto sta diventando un’arma a doppio taglio e, soprattutto, ci sono più persone disposte a querelare a scopo intimidatorio (le cosiddette “querele temerarie”, agevolate dai tempi biblici della giustizia che ti paralizzano per anni, anche quando poi ne esci vincitore).
    Oggi ho cercato senza fortuna un tuo indirizzo email per invitarti alla serata di miei cortometraggi ironici sabato 5 aprile alle ore 21.15 al Cinema Teatro Audax di Cesena, con ingresso libero fino a esaurimento posti. Il mio amico collaboratore che ha mandato in mattinata il comunicato a tutti i media del territorio, mi ha riferito di essere stato rimbalzato dall’indirizzo di questo sito web (comunicati@romagnapost.it) perché la casella è risultata “over quota”.
    Se mi spedisci in privato un tuo indirizzo email, provvedo io a inoltrarti il comunicato-invito. Credo che tu riesca a vedere il mio indirizzo perché l’ho inserito nel form di questo commento.
    Un cordiale saluto,
    Fabrizio

Lascia un commento

Il tuo indirizzo email non sarà pubblicato. I campi obbligatori sono contrassegnati *