
RAVENNA. Mercoledì 7 maggio il festival Ravenna Jazz giunge alla metà della sua cinquantaduesima edizione.
La giornata inizierà con il seminario di “Mister Jazz”, che si svolgerà al Centro Mousiké (ore 10-13 e 14:30-16:30) e avrà come docente Karima. Dopo la sua esibizione dal vivo per il festival la sera precedente, la vocalist salirà in cattedra per “Consapevolmente Canto”, workshop che fornirà un approfondimento interpretativo rivolto ai cantanti, ma aperto a tutti gli strumentisti.
In serata il festival si sposta al Cisim di Lido Adriano, dove alle ore 21.30 lo storico batterista e percussionista Famoudou Don Moye si esibirà in concerto con il suo Odyssey & Legacy Trio (con Christophe Leloil alla tromba e Simon Sieger a pianoforte, organo e trombone).
Don Moye (Rochester, New York, 1946), dopo essersi diplomato in percussioni alla Wayne State University di Detroit, nel 1968 si unisce alla Detroit Free Jazz Band per un tour attraverso l’Europa e il Nord Africa. Qui conosce il pianista Randy Weston e approfondisce la padronanza delle tecniche e dei ritmi di diverse tribù africane. Risiede per un breve periodo a Roma, dove lavora anche per la RAI, e nel 1969 si trasferisce a Parigi, dove collabora, tra gli altri, con Steve Lacy, Pharoah Sanders, Sonny Sharrock e Art Taylor. Nello stesso anno giungono nella capitale francese Roscoe Mitchell, Lester Bowie, Malachi Favors e Joseph Jarman. I quattro dell’Art Ensemble of Chicago sono alla ricerca di un batterista e incontrano Don Moye durante una session presso l’American Center of Students and Artists. Dopo la parentesi parigina, Don Moye ritorna negli Stati Uniti al seguito dei suoi nuovi compagni, diventa “Famoudou” Don Moye e si trasferisce a Chicago.
Con il suo drumming asciutto e insieme esplosivo, con la sua espressività esuberante, a tratti giocosa, ricca di stilemi africani e caraibici e di una forte coloritura timbrica, Don Moye si integra perfettamente con la poetica musicale dell’AEOC, dando forma definitiva a uno dei gruppi più influenti, apprezzati e longevi della storia del jazz. Moye dà anche un contributo determinante all’elaborazione degli aspetti teatrali e ritualistici della formazione.
Oltre alla sua attività con l’AEOC, incredibilmente ricca di produzioni discografiche (nel 2019 il gruppo ha festeggiato il cinquantesimo anniversario), Moye ha collaborato con molti altri musicisti: Archie Shepp, Don Cherry, Cecil Taylor, Dave Burrell, Gato Barbieri, Don Pullen, Kirk Lightsey, Hamiet Bluiett, Julius Hemphill, Chico Freeman, la Brass Fantasy di Lester Bowie, la all stars The Leaders. Ha inoltre creato l’ottetto Sun Percussion Summit per esplorare le tradizioni percussive della musica afroamericana.
Moye è anche molto legato alla scena italiana: ha collaborato con Franco D’Andrea, Enrico Pieranunzi, Enrico Rava, Pino Daniele, Tony Esposito, Tullio De Piscopo, Maria Pia De Vito, Giovanni Tommaso, Mario Schiano, Antonello Salis…
Creato nel 2018, il trio con Christophe Leloil e Simon Sieger propone un repertorio dedicato in particolare a Lester Bowie ma comprendente anche musiche di Joseph Jarman, Chico Freeman, Roscoe Mitchell, oltre che di Moye e Leloil: un fuoco incrociato tra gli strumenti, un incalzare ritmico estroverso in onore dell’ex compagno di storiche imprese musicali.
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