8 Maggio 2025
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Addio al Papa riformista, al Papa della speranza. Nei 12 anni di Pontificato Papa Francesco è venuto in visita nella nostra regione una sola volta, l’1 ottobre 2017, facendo due tappe, a Cesena poi a Bologna. In Romagna venne accolto, al suo arrivo in elicottero all’ippodromo, dalle autorità locali, poi andò con la «Papamobile» in piazza del Popolo per un incontro con la cittadinanza e alla cattedrale da tanti fedeli tra cui suor Imelde Assirelli, religiosa di 105 anni che non aveva voluto perdersi la visita del Santo Padre.

Un’altra data simbolo per la Romagna, in particolare per la comunità ravennate, fu il 10 ottobre 2020, quando una delegazione composta dal sindaco De Pascale, dal vescovo della diocesi monsignor Ghizzoni, dal presidente della Cassa e dell’Abi Patuelli, da rappresentanti locali e da alcuni giornalisti, fu ricevuta a San Pietro da Papa Francesco, in occasione della preparazione del 700esimo anniversario della morte di Dante Alighieri. La visita fu molto solenne (tutti in mascherina, eravamo in piena epoca Covid). Fu un momento molto intenso, in cui il Papa volle sottolineare il valore universale dell’opera dantesca. L’annuncio in quella sede della futura lettera apostolica su Dante, poi pubblicata nel 2021, fu il segno concreto di un’attenzione profonda alla cultura come ponte tra popoli, tempi, luoghi e fedi diverse. Nel documento Candor lucis aeternae, Papa Francesco scrisse: «La vita è un cammino, spesso oscuro e faticoso, ma orientato alla speranza».

A Cesena invece il Papa venuto dall’Argentina si appellò alla «buona politica» con un intervento molto accorato. «Questa piazza, come tutte le altre piazze d’Italia – sottolineò detto il Papa durante il suo incontro con la cittadinanza in piazza del Popolo -, richiama la necessità, per la vita della comunità, della buona politica; non di quella asservita alle ambizioni individuali o alla prepotenza di fazioni o centri di interessi. Una politica che non sia né serva né padrona, ma amica e collaboratrice; non paurosa o avventata, ma responsabile e quindi coraggiosa e prudente nello stesso tempo; che faccia crescere il coinvolgimento delle persone, la loro progressiva inclusione e partecipazione; che non lasci ai margini alcune categorie, che non saccheggi e inquini le risorse naturali – esse infatti non sono un pozzo senza fondo ma un tesoro donatoci da Dio perché lo usiamo con rispetto e intelligenza. Una politica – concluse – che sappia armonizzare le legittime aspirazioni dei singoli e dei gruppi tenendo il timone ben saldo sull’interesse dell’intera cittadinanza».

Il Santo Padre infine, non ha mai fatto mancare la vicinanza alla popolazione romagnola colpita dall’alluvione nel 2023 e nel 2024, con ripetuti appelli durante i momenti di preghiera collettiva domenicale.

(Foto Vatican.va)

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