6 Giugno 2025
Partecipanti

Nell’insolito scenario di uno dei luoghi simbolo del vino della Romagna, la cantina di Alfonsine di Terre Cevico, si sono incontrate “Terra e Mare” diventando protagonisti dell’evento annuale dei soci viticoltori della cooperativa lughese.

Una serata, con oltre 600 partecipanti, in cui il racconto della filiera cooperativa è stato parte di una visita guidata al sito di produzione che si è conclusa con una degustazione di “Bollicine” Romagnole e dei nuovi prodotti a base di Trebbiano, sia come aperitivo e che come protagonisti della cena di “Terra e Mare”, appunto, dove i vini hanno incontrato il pesce dell’Adriatico sapientemente cucinato alla “brace” dai Pescatori della Cooperativa di Cesenatico.

All’evento hanno partecipato anche i numerosi giornalisti intervenuti alla conferenza stampa di presentazione dell’innovativa evoluzione del “Trebbianaccio”, il nomignolo affibbiatogli dai soci viticultori, evoluto in “Trebbiano 2.0” per aprirsi alle nuove richieste ed esigenze dei consumatori. 

Franco Donati, presidente di Terre Cevico, evidenziando come il Trebbiano sia: «Un vitigno storico che “rappresenta” tutta l’energia della Romagna» ha quindi presentato la sua “evoluzione” «pronta a rispondere ai nuovi stili di consumo da declinare, soprattutto, negli aperitivi con bollicine. Noi produttori – ha proseguito – dobbiamo fare continuamente ricerca ed innovazione e dobbiamo immaginare le bevande del mondo Mixology a base vino come una nuova categoria, trendy, intrigante ed appaganteche assieme al mondo delle bollicine, Romagnole nel nostro caso, ci permette di continuare il dialogo con le diverse generazioni di consumatori, sia in Italia che nel mondo».

Il Trebbiano è la varietà in assoluto più diffusa in Regione su oltre 16mila ettari coltivati, pari al 30 per cento della superficie coltivata.

Con oltre 12 milioni di bottiglie prodotte Terre Cevico è un produttore leader nel settore delle bollicine ma la cooperativa sta iniziando a crescere, appunto, anche nel settore “mixology” (Spritz, Bellini, Negroni, Hugo) un’esperienza innovativa in cui il Trebbiano entra come base fondamentale in una produzione che lo scorso anno ha realizzato 1,6 milioni di bottiglie da 0,75 cl.

Su questo specifico tema quello, cioè, delle versioni analcoliche o con poco alcol, che iniziano ad evidenziarsi numeri interessanti soprattutto tra i consumi della generazione “Z”. Intervenendo durante la CS, il D. G. di Terre Cevico, Paolo Galassi ha detto: «la nostra esperienza ci conferma che i vini e le bevande a basso tenore alcolico devono basarsi sulla qualità e non cannibalizzeranno le bollicine tradizionali, anzi, potranno rappresentare un’alternativa in grado di avvicinare nuovi consumatori al mondo del vino. Si tratta – ha detto Galassi – di un mercato globale da 2,6 miliardi di dollari, con una crescita annua del 10 per cento e proiezioni a 7 miliardi nel 2035 e nel quale – ha concluso – Terre Cevico vuole avere un ruolo importante per il suo consolidamento e la sua crescita».

Alla serata dei soci hanno partecipato anche Mirco Bagnari per Legacoop Romagna e il Sindaco di Alfonsine, Riccardo Graziani che, portando il saluto dell’amministrazione, ha detto: «Terre Cevico rappresenta un’importante realtà che valorizza con il nostro territorio – grazie ai molti investimenti nello stabilimento di Alfonsine – tutta l’agricoltura romagnola. Lungimirante l’idea di collegare terra e mare, come avvenuto in questo evento, dal momento che riteniamo fondamentale la collaborazione tra la costa e l’entroterra per valorizzare tutto il territorio».

Nata come cooperativa nel 1963, Terre Cevico ha iniziato producendo vino con i suoi soci viticoltori sul territorio romagnolo. Negli Anni ’60 e ’70 abbiamo iniziato il commercio di vino, esclusivamente sfuso passando poi, negli anni ’80 e ’90, alla vendita in grandi formati e bottiglie arrivando nei primi anni del 2000, seguendo le indicazioni del mercato, alla produzione e al confezionamento in brick e bottiglie per il canale Ho.Re.Ca. Oggi il Gruppo che opera principalmente in Emilia-Romagna ma con propaggini in Veneto e in Puglia è presente in 90 Paesi del mondo, tra cui spiccano: Giappone, Svezia, Stati Uniti e Cina con un fatturato consolidato dell’export di gruppo pari a 71 milioni di euro di vini confezionati.

Nell’ultimo esercizio approvato ha registrato 923 soci viticoltori, 31 cantine socie, 3.605 ettari di vigneti coltivati in Romagna. Il fatturato consolidato è pari a 206 milioni di euro con un utile netto di 1,6 milioni di euro. plusvalore per soci a 8,2 milioni di euro e un patrimonio netto di  79,3 milioni di euro.

Alessandro Bongarzone

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