
RAVENNA. A quattro anni dalla scomparsa del coreografo russo-belga, Ravenna Festival lo omaggia con la ripresa, in prima nazionale, di uno dei primi spettacoli creati per il suo Ensemble.
Lo riallestisce su misura dei danzatori del Balletto di Roma Miki Matsuse, compagna d’arte e di vita di Micha van Hoecke, nonché ora fedele testamentaria delle sue creazioni. Manifesto poetico delle tematiche preferite di Micha, La dernière danse? è in scena sabato 14 giugno, alle 21 al Teatro Alighieri: mescola presente e passato, il primo amore, gli anni scapigliati dell’adolescenza parigina all’ombra del jukebox alternati ai magnifici fantasmi di Béjart e Jean Babilée. Una colonna sonora mesmerica che va dai Platters agli adorati Procol Harum accompagna questo viaggio di danza, musica e visioni in un dialogo di memorie tra il Micha ragazzino, ancora incerto della direzione da prendere nella vita, e il Micha adulto. “E’ la forza della musica che ancora trasmette l’energia – spiega Miki Matsuse – che permette anche a chi non ha vissuto quell’epoca di capire quelle memorie”. Melodie, ritmi di samba, tango e rock trasmettono per empatia muscolare quel campionario di emozioni e desideri comune a tutti i giovani, oggi come ieri.
Quando La dernière danse? debuttò in Italia al festival di Castiglioncello nel 1984, ebbe un successo clamoroso che portò a una lunga e fertile residenza artistica per Micha e il suo Ensemble nel nostro Paese. Una seconda vita d’artista per il coreografo appena quarantenne ma con alle spalle già un apprendistato d’eccellenza, prima come danzatore di uno dei maestri del Novecento, Maurice Béjart, e poi come suo braccio destro al Mudra, rivoluzionario centro di formazione per danzatori a Bruxelles. Da poco aveva creato un suo piccolo gruppo di danzatori scelti, dalla tecnica forte e dalla personalità spiccata e con loro i primi spettacoli con l’imprinting della sua poetica. Una miscela di memorie, musica e movimento erano il linguaggio di un teatrodanza personalissimo, multidisciplinare come si respirava al Mudra, e ricco di echi e suggestioni come il DNA di Micha, cresciuto fin da bambino in un mondo d’artista con la madre cantante fuggita dalla Russia dopo la rivoluzione e il padre belga pittore. Tornano in questo collage di visioni, lampi di memorie di danza come il Boléro di Béjart o la personalità di Jean Babilée, che Micha incontrò prima al cinema e poi in palcoscenico.
Tra gli spettatori di quelle prime fortunate repliche in Italia de La dernière danse? proprio Valerio Longo, vicedirettore artistico del Balletto di Roma a cui è venuto in mente di riprendere lo spettacolo per il Corso di Avviamento Professionale e poi – in sintonia con il direttore generale Luciano Carratoni e la direttrice artistica Francesca Magnini – per il repertorio della compagnia. Sotto la guida di Miki Matsuse il riallestimento rappresenta per il Balletto di Roma un’occasione per catturare e ripercorrere la creatività di quegli anni. “Affrontare una coreografia di Micha per questi giovani danzatori – aggiunge Miki Matsuse – è un nuovo mondo. Ogni gesto ha un significato preciso e deve arrivare da dentro. Devono sentire quello che il gesto vuol dire. E per loro è una novità”. Così La dernière danse diventa anche uno spunto per celebrare con chi non lo ha conosciuto uno dei coreografi più amati in Italia. Riportandolo a Ravenna, che è stata un secondo “nido” d’arte per Micha van Hoecke – dopo la lunga residenza a Rosignano e al Castello Pasquini di Castiglioncello – grazie alle felici collaborazioni con Cristina Mazzavillani e il Maestro Muti.
Da sempre impegnato nella produzione e nella diffusione della danza d’autore italiana in Europa e nel mondo, il Balletto di Roma ha un repertorio attento a innovazione e ricerca, mantenendo forte il legame con la storia e la tradizione, proprio del suo dna. La compagnia è stata fondata infatti nel 1960 da due icone della danza italiana, Franca Bartolomei, ballerina e coreografa nei principali teatri d’Opera e l’étoile Walter Zappolini. Il Balletto di Roma è passato poi nel biennio 2015-2017 sotto la guida artistica di Roberto Casarotto mentre dal 2018 Luciano Carratoni ha nominato Francesca Magnini alla direzione artistica. Docente alla Sapienza, Magnini ha ampliato gli obiettivi di internazionalizzazione della compagnia stringendo collaborazioni con enti e istituzioni. Tra i progetti europei: “CLASH! When classic and contemporary dance collide and new forms emerge” (Europa creativa, 2018-2020) e “UP2<dance_updating professional profiles towards contemporay dance” (Erasmus+, 2019-2021).
Sabato 14 giugno è anche l’ultimo giorno per visitare mostra fotografica La vie d’artiste allestita nella Sala Corelli del Teatro Alighieri: un ritratto per immagini di Micha van Hoecke, dalle origini della famiglia agli anni in Italia, passando per il sodalizio con Maurice Béjart e la Scuola Mudra (la mostra è accessibile dalle 10 alle 19, ingresso libero).
Info: 0544 249244 – www.ravennafestival.org
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