Torna la Notte Rosa. Ma questo brand serve ancora alla Riviera romagnola? Tanti anni fa, quando è nata (2006) ha dato una spinta al settore. Soprattutto perché c’era una ricerca del turismo dei giovani. Si cercava quel target. Inoltre effettivamente l’evento accese i riflettori sulla Riviera. In tanti venivano per partecipare a questo week end.
Negli anni però ha ceduto un po’ il passo. E’ scaduta la qualità e non ha più la stessa capacità attrattiva legata allo schema che si era dato: avvio della stagione balneare. Ora non è più riconosciuta come momento di avvio della stagione, ma è un appuntamento più per i ragazzi, spesso per fare confusione.
Inoltre quello giovanile non è più il target sul quale sta puntando la Riviera (a partire da Cesenatico e Cervia) che da diverso tempo sta insistendo su un turismo familiare. Quindi probabilmente sarebbe più utile cambiare il tiro. Serve un investimento che possa portare persone che arrivano da lontano e che restano almeno una settimana perché, sempre più, siamo una realtà tutta legata al fine settimana. Quindi un turismo di prossimità. La gente guarda al meteo, se è bello viene. Inoltre non possiamo basare l’analisi sulle presenze. IL problema è un altro.
Adesso la clientela della Riviera è rappresentata soprattutto da persone con scarsa capacità di spesa. Questo perché abbiamo puntato su formule tutto compreso a prezzi molto contenuti e che non lasciano marginalità all’imprenditore. Inoltre circa i due terzi dei nostri clienti sono quelli che arrivano da Emilia e Lombardia, quindi un turismo di prossimità.
Invece avremmo bisogno di rafforzare il turismo straniero o comunque che viene da lontano. Quello che ti prenota una permanenza piuttosto lunga e che non disdice all’ultimo momento se il meteo è negativo e che quando è in zona fa delle cose e spende. Perciò serve cambiare il modello andando in questo senso. Va ripristinata quella formula del passato, quando eravamo la meta preferita dai tedeschi. Altrimenti il futuro rischia di essere sempre più fosco.
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