12 Luglio 2025
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FORLÌ. Un simbolo della Romagna ieri sera ha festeggiato i sessant’anni di carriera. Sgabanaza lo ha fatto nello stupendo scenario dell’arena spettacoli ricavata nella rocca Caterina Sforza in una serata offerta dal Comune di Forlì. 

A fare gli onori di casa Gianluca Zattini, sindaco di Forlì, che ha detto che Sgabanaza è un pezzo della nostra storia ed ha il merito di tenere viva la nostra cultura, a partire dalla difesa del dialetto. Ma è andato oltre all’omaggio dell’artista. Il sindaco ha ricordato i grandi meriti dell’uomo sottolineando che ha fatto tanto volontariato e tanta beneficenza. 

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Giuseppe Bertaccini voleva fare il prete, tanto che fino ai vent’anni ha frequentato il seminario, ma è diventato un simbolo della risata e dello spirito romagnoli al punto che adesso, a 81 anni compiuti, continua ad essere protagonista. 

Dopo aver detto addio all’ abito talare, Sgabanaza si è diviso fra il palcoscenico e la banca di Forlì della quale è stato anche direttore. Come artista si è diviso fra palco e l

televisione. Annovera anche un’esperienza a Canale 5 dove, nel 1993 la, partecipò a ‘La sai l’ultima’, arrivando secondo. Tele Caveja, Vga, Teleromagna e Videoregione le emittenti nelle quali ha lavorato. ‘A treb’, programma iniziato nel 1975,  trasmissione iconica della quale vanno ancora in onda le repliche.

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Nato a Cusercoli nel 1944, nei giorni in cui a Forlì bombardavano San Biagio, terzo di tre figli maschi. È sposato e padre di tre figli, uno in affido. Ha quattro nipoti, due originari della Cina. Dai dieci ai vent’anni ha studiato in seminario dove aveva imparato un certo modo di sorridere delle cose, di scherzare sui superiori. Così quando, dopo aver dismesso la “sottana a 24 bottoni”, quando un prete lo ha invitato a salire sul palco cominciò a nascere Sgabanaza, ma prima fece l’esperienza con la compagnia teatrale Cinecircolo del Gallo per rappresentazioni in dialetto. Nel frattempo aveva iniziato a lavorare nella banca nella quale è rimasto 39 anni. 

Nel 1972 decollò Sgabanaza grazie ad una diretta su Tele Caveja. Poi è stato un crescendo rossiniano.

Nello spettacolo di ieri sera toccanti i ricordi personali: l’amicizia con Don Oreste Benzi, l’adozione del figlio e, soprattutto, la gravissima malattia e successiva guarigione, che ha del miracoloso, di uno dei figli.

Poi nello spettacolo ha rispolverato tutto il repertorio che, come al solito, è stato molto apprezzato dal numeroso pubblico presente. Inoltre ha voluto al suo fianco alcuni degli artisti che lo hanno affiancato nella sua carriera: il cantante (tenore) Livio Ventrucci; Alice e Sauro, ballerini; il colonnello (Bruno Casalboni), attore cesenate. Ma ha ricordato anche tantissimi artisti che adesso non ci sono più e che per lui sono stati colleghi, ma soprattutto amici.

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