
Il Paese che non ce la fa: la povertà è cronica per cinque milioni di italiani. È il titolo apparso sulla pagina online del Domani. Poi si puntualizza: le principali voci di vulnerabilità sono il reddito, il lavoro, la casa e le spese mediche. Quindi aumenta il numero delle persone che si rivolgono ad associazioni ed enti per un sostegno. Oggi, inoltre, è stato pubblicato altro dato significativo: rispetto al 2023 nel 2024 sono aumentate del tre per cento le persone che acquistano abiti usati.
Sono tutti segnali che dimostrano che sono in crescita le nuove povertà. Un tempo, quando un ragazzo trovava lavoro, gli si diceva: adesso ti puoi fidanzare. Nel senso che avendo un’occupazione si era messa la prima pietra per il proprio futuro. Allora con il lavoro fisso si poteva mantenere una famiglia. Se poi lavoravano tutti e due i coniugi era grasso che cola. Adesso non è più così. Uno stipendio non è più sufficiente. Provate ad immaginare una famiglia con un figlio e che deve pagare l’ affitto. Con uno stipendio che oscilla attorno ai 1.300 euro al mese (quando va bene) è difficile vivere dignitosamente.
Ma non è finita: la fetta delle persone in difficoltà è destinata ad aumentare. Oggi, lo sintetizza bene Repubblica con il titolo: la caduta del ceto medio: gli italiani si sentono sempre più declassati. Poi viene chiarito che dal 2006 in poi la percezione dei cittadini sulla propria posizione sociale è peggiorata. E ora aumenta il peso dell’incertezza. Se poi non c’è il supporto della rete familiare i problemi si elevano alla massima potenza.
Ecco, quando si parla di povertà è da qui che si deve partire. Bisogna smettere di pensare che i poveri sono solo i disoccupati.
I nuovi poveri sono un “esercito” composto da lavoratori precari, anziani, donne sole con minori, uomini separati e immigrati. Persone che, sfiduciate e con pochissime prospettive, bussano, per la prima volta nella loro vita, alle strutture assistenziali. Non a caso il vescovo di Cesena, proprio in questi giorni, ha parlato dell’aggravarsi delle fragilità sociali sul nostro territorio e della necessità di intervenire.
È una realtà che la politica deve affrontare. Mentre si ha l’ impressione che spesso ci sia la volontà di nascondere la polvere sotto al tappeto.
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