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Ad Ammutinamenti la Vetrina della giovane danza d’autore

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Riccardo De Simone

RAVENNA. Da giovedì 11 a sabato 13 settembre va in scena al Festival Ammutinamenti la Vetrina della giovane danza d’autore del Network Anticorpi XL, piattaforma nazionale di emersione delle nuove generazioni di artisti e artiste della danza contemporanea e di ricerca italiana oggi punto di riferimento nazionale per lo scouting.

Una tre giorni per osservare le tendenze e le poetiche della giovane scena italiana, ricca di incontri, confronti e scoperte. Centro nevralgico della Vetrina le Artificerie Almagià e luoghi emblematici della città come il Mar – Museo d’Arte della città di Ravenna, Fondazione Sabe per l’Arte e Teatro Rasi.

Giovedì 11 settembre) la Vetrina inaugura (ore 17.30, Artificerie Almagià) con Davide Tagliavini che presenta la performance THAT’S ALL: fisicità, cambiamenti di stato e colore, diversi sfidanti in lizza per conquistare un posto innescano un gioco fatto di guizzi e inviti, aperto alla trasformazione e all’imprevedibilità.

Davide Tagliavini, coreografo, danzatore e performer. Come performer e danzatore ha lavorato con Marina Abramović, Monica Casadei / Artemis Danza, Luna Cenere, Gruppo Nanou, Anna Albertarelli, Fabio Cherstich, Filippo Andreatta / OHT ed altri.

A seguire (ore 19 e 19.30) le sale del Mar – Museo d’Arte della Città di Ravenna ospitano DIVEdi NanoukLa maggior parte di noi è affetta dalla sindrome del pesce rosso, spiega Nanoukrimaniamo nella nostra graziosa boccia di vetro, escludendo il diverso e limitando la percezione del mondo in cui viviamoNanouk nasce nel 2021 dalla collaborazione tra Linda Pasquini, Marianna Basso e Daniel Tosseghini. Il loro primo lavoro The Old Man è presentato in diversi festival come Presente Futuro, Tanzplattform Bern, Festival voci dell’anima. Nel 2023 sono coreografi della Junior Company di Opificio Movimento e vengono selezionati per Nuove Traiettorie, percorso formativo del Network Anticorpi XL. Alle ore 20.45 la Vetrinasi sposta al Teatro Rasi per la performance dal titolo GRAZIOSISSIMO di Laura Gazzani. Il lavoro prende ispirazione dal metodo del maestro di balletto Enrico Cecchetti, che esplora il “port de bras”, gesto codificato della danza classica (nello specifico, il passaggio delle braccia per le posizioni di base della danza classica), mostrando come possa integrarsi nella nostra esperienza quotidiana. Laura Gazzani è una coreografa che crea spettacoli immersivi, pensati per attivare una relazione profonda tra performer, spazio e spettatore. Le sue opere, spesso intitolate con nomi propri, si sviluppano come esseri viventi: mutevoli, relazionali e aperti al cambiamento.

A seguire,sempre alTeatro Rasi, il coreografo Pietro Angelini presenta RMX, creazione che nasce da una riflessione sul mito di Narciso e indaga la relazione tra l’essere umano e la propria immagine rappresentata, una metafora della società della performance, in cui siamo tutti autori e fruitori, produttori e consumatori. Pietro Angelini lavora come autore, attore e regista in ambito teatrale e cinematografico. Ha seguito un percorso formativo dinamico e trasversale che lo ha portato a lavorare tra gli altri con Dynamis, Bob Wilson,
Semen Aleksandrovskiy, Kinkaleri, CollettivO CineticO, Odin Teatret e Alessandro Businaro. Dal 2020 crea progetti dai connotati intermediali che spaziano dalla prosa alla danza, passando per il linguaggio audiovisivo, elemento costante nei suoi spettacoli. La prima giornata di Vetrina si conclude (Teatro Rasi) con la perormance SUPERSTELLA di Vittorio Pagani. Cosa vuol dire creare danza al giorno d’oggi? L’atto creativo può̀̀ veramente ignorare giudizio esterno ed esperienza personale? Continuando le ricerche iniziate con A Solo in the Spotlights, Pagani si interroga sui meccanismi di produzione e diffusione delle opere di danza mettendo in scena il (super)processo creativo del suo nuovo spettacolo. Vittorio Pagani è un performer e coreografo originario di Milano. Nel 2018 entra a far parte del Ballet Junior de Genève, dove interpreta le opere di alcuni tra i più influenti coreografi della scena contemporanea tra cui Marcos Morau, Jan Martens e Hofesh Shechter. Le sue creazioni multimediali si concentrano su temi legati alla performatività e alla sovversione.

Venerdì 12 settembre, seconda giornata dedicata alla Vetrina,si apre(ore 16.45, Arificerie Almagià) con LEMMY B. di Nunzia Picciallo.

Lemmy B. è uno stravolgimento di prospettiva nel definirsi, una decisione radicale nel pensarsi. In una scena nuda, dove la drammaturgia sonora è un costante sguardo che non lascia scampo, il corpo, come unico dispositivo in grado di riconfigurare grammatiche di potere, sovvertire canoni, esplorare nicchie di piacere e alleanze costituenti. Nunzia Picciallo è un’artista multidisciplinare che lavora come creator, performer e facilitator in diversi contesti internazionali. Dal 2022 concentra la propria attività sulla ricerca, la pratica e la realizzazione di creazioni originali. Il suo lavoro si sviluppa attraverso un approccio transdisciplinare che intreccia danza, performance, arte concettuale e visiva.

Alle ore 18 e 19.15 la Fondazione Sabe per l’Arte accoglieEVERYBODY HAS A FATE (primo studio) di Riccardo De Simone, performance che ci invita a riflettere sulla natura del tempo, sul significato del presente e sulla speranza di un futuro che, per quanto incerto, ci chiede di raggiungerlo.Dalle ore 18.30 la Vetrina è in scena al Teatro Rasi. Si inizia con The Garden di Gaetano Palermo, una sorta di danza immobile, un fermoimmagine vivente. Un corpo giace prono per terra, inerte, immerso in un flusso di immaginari sonori capaci di ridefinirne ogni volta i contorni. Gaetano Palermo è artista e coreografo con base a Bologna. La sua ricerca indaga l’ontologia della performance al confine tra realtà e finzione, attraverso la lente del movimento e della stasi, è artista associato di KLm – Kinkaleri, Le Supplici, mk – ente nazionale di produzione della danza. A seguire (ore 20.45) la danzatrice e coreografa Francesca Santamaria è in scena con la GOOD VIBES ONLY (beta test) che si articola come un beta test, ovvero la prima fase di verifica di un software in condizioni di utilizzo reali da parte di utenti reali. Il progetto nasce per indagare il concetto di scrolling e, prendendo in prestito la struttura del free trial, arriva ad interrogarsi sul rapporto tra performatività e consumo. Francesca Santamaria è un’artista attiva nell’ambito delle performing arts. La sua ricerca si concentra sulle logiche prestazionali e, attraverso il corpo in movimento e i suoi limiti, riflette sul concetto di performante. Si forma come danzatrice al Balletto di Roma e alla Biennale College Danza 2018. I suoi lavori vengono presentati in numerosi contesti e festival nazionali e internazionali e negli anni collabora con diversi artisti della scena teatrale e performativa. La serata si conclude con Violetta Cottini che presenta DO FAIRIES HAVE A TAIL?, lʼevocazione di un posto segreto, il tentativo di creare un ́esperienza percettiva oltre la dimensione umana. Il titolo stesso, come una formula magica, cerca di lasciar entrare, chi lo desidera, tra le pieghe di qualcosa di misterioso che non è dato sapere. Violetta Cottini, artista piemontese, esplora danza, arti performative e arti visive. Si forma alla Civica Scuola di Teatro Paolo Grassi di Milano in danza contemporanea. Lavora con Cristina Kristal Rizzo, da due anni collabora con il collettivo DOM- (Leonardo Delogu e Valerio Sirna). Ad oggi approfondisce lo studio dell’arte visiva e dell’installazione in relazione alla performance.

Sabato 13 settembre ultima giornata dedicata alla VetrinaSi inizia al Teatro Rasi (dalle ore 18.30) con il lavoro dal titolo SEX.EXE(primo studio) di Pablo Ezequiel Rizzo/Voluptas. L’indagine coreografica intende creare una dimensione simbolica attraverso la costruzione di immagini archetipiche, tra danza, arte visiva, parola e tecnologia, per sollevare domande e riflessioni intorno al tema dell’oggettificazione del corpo e all’affermazione dell’identità. Voluptas è un gruppo di libera sperimentazione tra corpo, danza, arte visiva e tecnologia. Trova le sue origini all’interno della Civica Scuola di Teatro Paolo Grassi di Milano. Nasce come manifesto di una ricerca sul corpo, strettamente legata a principi di natura transfemminista queer, con l’intento di risemantizzare il significato stesso della parola “umano”.

A seguire GHERMINELLA_studio di voci inarticolate di Miranda Secondari, una pratica coreografica, un lavoro sul suono e sulla voce confusa. Gherminella – marachella, inganno – è una parola che deriva da un gioco di mano in cui veniva fatta sparire e riapparire una cordicella da una bacchetta. Così anche la performance si compone di elementi – suoni, voci, immagini e gesti che appaiono e scompaiono lungo il dispiegamento della maglia corografica costituita da movimenti lenti e precisi, con l’intenzione di ingannare e confondere lo spettatore. Miranda Secondari è una coreografa, performer e insegnante di Yoga. La sua pratica coreografica è orientata verso movimenti precisi e dilatati nel tempo che portano all’emersione d’immagini inattese e al raggiungimento dello stato di presenza come forma di resistenza. Collabora come performer con Silvia Costa e Francesca Siracusa e come coreografa con l’artista Diego Marcon.

Vidavè Company è in scena con Coraggio. La sfortuna non esiste, che sviluppa una riflessione artistica intorno al concetto del Sé, attraverso una composizione coreografica surrealista ricca in movimento e musica. Un assolo- duetto dove un uomo si confronta con la sua mente e il suo alter-ego, raffigurando la complessità della psiche umana che nasconde forse la sua vera forza nell’irrazionalità. Vidavè è una compagnia formata dai coreografi Matteo Vignali e Noemi Dalla Vecchia la cui ricerca è una contaminazione tra street/club dances e danza contemporanea.

La Vetrina si conclude (ore 21.30, Artificerie Almagià) con lo spettacolo EN RETRAIT (primo studio) della coreografa e danzatrice Laura Simonet. “Sentire se stessi” è il gesto inaugurale di questo progetto, che tenta di andare alla radice delle sfide assunte da una vita carnale, una condizione fisica costretta alla pesantezza. Si tratta di affrontare la corporeità da un punto di vista intimo e al contempo fondamentale, quando affiora il tormento originario dell’essere, l’essere incarnato. Laura Simonet è scenografa, coreografa e performer francese, con sede a Napoli. Studia la scenografia a l’Ecole des arts décoratifs di Parigi (ENSAD) e all’Accademia di Belle Arti di Napoli dove si laurea nel 2019. In parallelo, prende parte a vari progetti formativi diretti da Romeo Castellucci, Silvia Rampelli, Claudia Castellucci e Vincenza Modica.

www.cantieridanza.it/festivalammutinamenti

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