3 Ottobre 2025
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Buon appetito. Con il tradizionale taglio del nastro ha riaperto il Festival Internazionale del Cibo di Strada. Per l’indisponibilità di una parte di piazza della Libertà, è tornato là dove era nato: in piazza Almerici. E non è escluso che questa possa essere la soluzione definitiva. E’ chiaro,  piazza della Libertà essendo grande si presta molto bene per questo tipo di kermesse. Ma anche piazza Almerici e le sue “sorelle” fanno la loro figura. Inoltre avendo sullo sfondo la biblioteca Malatestiana e di lato palazzo del Capitano l’impatto visivo è interessante. Il prossimo anno gli organizzatori (Confesercenti e Slow Food) avranno il loro bel daffare per scegliere il sito.

Ancora una volta attorno alla kermesse gastronomica (la prima del suo genere in Italia) aleggiava la presenza di Gianpiero Giordani. All’ideatore, prematuramente scomparso quasi sette anni fa, domani sarà dedicato il premio, giunto alla quinta edizione, che vedrà la proclamazione della miglior delegazione assoluta del festival.

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Per una manifestazione festeggiare il quarto di secolo di vita è un risultato importante. Ma per il Cibo di Strada il traguardo ottenuto è doppiamente importante perché negli anni continua a crescere. Questo perché è stata seguita l’indicazione del fondatore: puntare sulla qualità. Non a caso l’offerta cesenate è sempre stata di primissimo piano. Altrimenti ogni anno non ci sarebbero oltre centomila presenze.

Le novità di quest’anno sono il Brasile con la griglia (carne ottima e cotta bene) e il Giappone con il Ramen, zuppa a base di noodles di frumento in un brodo saporito. Il piatto è interessante. Forse non è comodissimo  da mangiare in questo tipo di kermesse, ma un sacrificio merita di essere fatto: il brodo è saporito al punto giusto, la pasta cotta bene e la carne tenera. 

C’è poi la mostra itinerante in via Zeffirino Re e Corso Mazzini. Ma la novità sono gli artisti di strada che saranno distribuiti in tutte le zone del centro e faranno del festival uno spettacolo a 360 gradi.

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