Il grido d’allarme arriva dall’assemblea nazionale Anva Confesercenti: negli ultimi dieci anni in Italia sono scomparse oltre 42mila imprese del commercio su aree pubbliche, pari a un calo del 22,4%. I settori più colpiti sono quelli dell’abbigliamento e delle calzature (-55%), mentre anche i banchi alimentari registrano un calo del 18%.
«Anche a Cesena e in Romagna – sottolinea Gabriele Fantini, presidente ANVA Confesercenti Cesena – i mercati stanno cambiando volto. Sempre più posteggi restano vuoti e molte imprese storiche non riescono a reggere i costi e l’incertezza normativa. Ogni banco che chiude non è solo un’attività in meno, ma un pezzo di comunità che si spegne. I mercati sono presidio sociale, luogo di incontro e servizio di prossimità: difenderli significa tutelare la vita dei nostri centri urbani».
Fantini aggiunge: «Dai dati emersi all’assemblea nazionale è chiaro che servono regole certe, incentivi per chi investe e strumenti per favorire il ricambio generazionale. Chiediamo anche più formazione, digitalizzazione e una lotta seria all’abusivismo. Solo così potremo restituire ai mercati la vitalità che hanno sempre avuto».
A Cesena non c’è un problema di frequentazione. Gli appuntamenti del mercoledì e sabato continuano ad essere frequentati, ma si sente la crisi del ceto medio. La ridotta capacità di spesa di questo settore riduce il consumo dei capi più costosi. Nello stesso tempo, come denunciato da Anva, c’è il grosso problema del ricambio generazionale. Questo porta alla diminuzione del numero degli operatori e perciò si può ipotizzare sulla diminuzione dell’area mercatale. Nello stesso tempo si ragiona su un piano di rilancio. Un’operazione triennale sulla quale c’è la disponibilità del Comune che, però, da sola non può essere sufficiente. Oltre ai soldi poi servono le idee. Non si devono proporre progetti spot, ma qualcosa di organico che possa dare risultati non solo nell’immediato, ma anche e soprattutto in prospettiva.
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