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Diciannove rocce giganti in piazza Maggiore a Bologna

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Diciannove rocce giganti posizionate in piazza Maggiore a Bologna. Sono megaliti alte dai due ai quattordici metri. Quando cala il buio sono illuminate per ricreare i colori delle Dolomiti. A luci e colori sono accompagnate delle composizioni sonore che richiamano la natura: suoni di uccelli e ranocchi, rumori dell’acqua e melodie che si ispirano al mondo vegetale e animale. L’installazione verrà completata domani (domenica 21 dicembre) quando il pubblico assisterà alla messa in scena dell’allestimento nella sua interezza. 

L’obiettivo di questa opera d’arte consiste nel fornire un percorso di cammino contemplativo tra le rocce gonfiabili, per ricordare l’immensità della natura (e la piccolezza dell’uomo al suo confronto). Sarà poi un’occasione unica per ammirare piazza Maggiore e le sue architetture, tra cui la Basilica di San Petronio, da un punto di vista diverso, approfittando delle prospettive inedite offerte dai massi giganteschi. Il tutto però durerà soltanto pochi giorni: l’installazione sarà fruibile fino a venerdì 26 dicembre. L’opera è dello studio australiano Eness, fondato dall’artista Nimrod Weis. 

Per la scelta del Comune non sono mancate le polemiche a partire dal fatto che essendo un periodo natalizio gli enormi “massi” si discostano tantissimo dagli allestimenti tradizionali. Italia Nostra invece ha fatto osservazioni di tipo architettonico definendole delle presenze ingombranti e non adeguate al luogo. Sia la loro scala che le loro forme sono ritenute offensive per lo spazio e i monumenti. E’ ritenuta un’installazione impattante che si sarebbe armonizzata meglio in un altro contesto.

In effetti è una scelta innaturale per questo periodo dell’anno. Ma non è poi così deplorevole. Voler ricostruire l’ambiente dolomitico nella principale piazza di Bologna è interessante. E incuriosisce. Non è vero che è un pugno nell’occhio. Anzi. E’ anche un motivo di richiamo. Del resto quella piazza non è solo un monumento, ma uno spazio dove si svolgono spettacoli, festival e iniziative. E come tale va vista questa installazione. E’ vero che forse poteva essere scelto un altro momento dell’anno. Però non è neppure un frutto fuori stagione. Non si capisce invece perché il tutto debba durare solo meno di una settimana.

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