L’attività molto forte sarà fatta sul Piano di Sviluppo Rurale per un’azione coordinata nel recupero di risorse aggiuntive a sostegno degli investimenti delle imprese del settore Agroalimentare
Cristian Maretti è il nuovo coordinatore di Agrinsieme Emilia-Romagna, l’organizzazione che riunisce sotto a un unico ombrello Cia, Confagricoltura e Alleanza delle cooperative italiane (che a sua volta ricomprende Agci-Agrital, Fedagri-Confcooperative e Legacoop Agroalimentare), con oltre 39.000 imprese associate e 92mila persone impiegate. Agrinsieme rappresenta la quasi totalità delle imprese cooperative per un fatturato di circa 13,6 miliardi di euro, il 37% del sistema cooperativo nazionale. Maretti, 47 anni, forlivese, è laureato in Scienze Agrarie e ha un diploma di specializzazione post-universitaria in Gestione delle Imprese Agricole e Agro-alimentari conseguito presso il Centre International de Hautes Etudes Agronomiques Méditerranéennes di Montpellier. Da ottobre 2016 è presidente di Legacoop Agroalimentare Nord Italia.
«Per il 2017 – ha spiegato Maretti, che succede ad Antonio Dosi di CIA nell’incarico di durata annuale – gli obiettivi principali del coordinamento riguardano la valutazione regionale della politica agricola comunitaria e gli effetti sullo sviluppo e sulla crescita agricola realizzata: l’attività molto forte sarà fatta sul Piano di Sviluppo Rurale per un’azione coordinata nel recupero di risorse aggiuntive a sostegno degli investimenti delle imprese del settore Agroalimentare. Di particolare importanza sarà il rapporto con la Regione Emilia Romagna per l’individuazione delle priorità politiche dei prossimi anni e la situazione post-sisma del 2012».
Un approfondimento sarà dedicato anche al ruolo della Consulta e dei percorsi di acquisizione dei pareri tra la Regione e le organizzazioni di rappresentanza in modo da aumentare le occasioni di confronto, già oggi molto proficue, sulla coerenza delle politiche dell’Agroalimentare e le analisi e prospettive delle imprese agricole dell’Emilia Romagna.
I primi dati relativi al 2016 dimostrano un’agricoltura in Emilia Romagna orientata al cambiamento, più esportazioni e più società di capitale e di persone, questo dinamismo è testimoniato anche dalla forte partecipazione delle imprese ai primi bandi che hanno contraddistinto l’attività della Regione nel corso del 2016.
Per contro l’andamento economico nazionale e, nello specifico l’andamento dei consumi, non permette di considerare il settore Agroalimentare privo di prospettive difficili e di sfide impegnative. «Con l’accettazione dell’incarico auspico che si possa lavorare con tutti gli attori del settore Agroalimentare per far si che queste prospettive possano migliorare», conclude Maretti.
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